Ricordare le origini per costruire le basi del futuro. È questo l’obiettivo che ha spinto i ragazzi di Volta la Carta, associazione culturale di Nocera Inferiore, ad organizzare un evento come quello dell’8 maggio scorso. “Resistenza ieri e oggi: la memoria storica nel Terzo Millennio”, questo il filo conduttore intorno al quale è stato strutturato l’incontro-dibattito, che ha avuto come cornice lo splendido scenario di Villa de Sauget, la villa comunale di Nocera Inferiore, e che ha visto, come ospiti d’onore, Adelmo Franceschini, partigiano bolognese, e Mimmo Oliva, sindacalista della CGIL nonché componente del comitato scientifico dell’Istituto Galante Oliva. Foto: Mimmo Oliva dell’Istituto Galante Oliva, Adelmo Franceschini partigiano bolognese, Sofia Russo moderatrice del dibattito e Giovanni Stile Presidente dell’Associazione Volta la Carta Ad introdurre gli ospiti, sono stati Giovanni Stile ed Alfonso Tortora, rispettivamente l’attuale presidente di Volta la Carta ed il suo predecessore, che hanno spiegato il perché dell’iniziativa e la “resistenza” nel loro piccolo, dai movimenti giovanili all’occupazione della villa comunale, per ottenere uno spazio pubblico da destinare a libere attività culturali. Ascoltare le parole di chi ha vissuto la Resistenza, di chi l’ha fatta, ha riaperto gli occhi e giovato il cuore degli intervenuti, donando una carica emotiva alla platea. Adelmo Franceschini ha, infatti, descritto la sua esperienza, dalla sensazione di onnipresenza del regime fascista alla sua diretta opposizione al duce. «La vera Resistenza – racconta Franceschini – è iniziata già nel ’21, con la resistenza al governo fascista. Solo dopo l’armistizio, invece, si può parlare di lotta per la Liberazione. All’indomani dell’8 settembre del ’43, io ero militare, e ci siamo trovati in caserma i tedeschi. Erano spariti tutti: i capitani, gli ufficiali. Ci avevano lasciato lì e siamo stati portati in un campo, un campo di smistamento. Dopo qualche giorno sono venuti i soldati della Repubblica di Salò. Noi dovevamo scegliere: aderire alla nuova Repubblica di Mussolini o essere deportati. Io ho detto “NO” e così sono iniziati due lunghissimi anni». Dopo quell’episodio, Franceschini è stato deportato in un campo di concentramento, dove “sopravvivere” era l’unico desiderio ancorato in fondo al coraggio e alla forza dell’uomo. Per tanti anni non ha voluto parlare delle terribili sofferenze e mortificazioni subite, ma poi si è reso conto che ricordare vuol dire più che imparare. Ricordare ha un valore aggiunto che si chiama esperienza. «La nostra Costituzione – sottolinea il partigiano – è la più importante e precisa d’Europa, non lasciamo che venga smontata da dentro un poco alla volta. Dobbiamo resistere. Siamo fiammelle, ce la possiamo fare!». Adesso Franceschini è membro del Comitato Direttivo della sezione ANPI di Anzola dell’Emilia (Bologna) e gira per l’Italia, portando i suoi 86 anni carichi di energia e memoria. A seguire, Mimmo Oliva ha parlato del suo libro “Il ritorno di Paddy Garcia”, nel quale presenta la figura di suo padre Galante, riportando l’esempio della sua forma di resistenza, una resistenza partita quando quella con la “R” maiuscola finiva, negli anni ’50, perché in fondo, sostenevano, la “lotta continua” per i diritti sociali dei i lavoratori dell’Agro. Dopo il dibattito, durante il quale alcuni ragazzi presenti ha posto domande ai due ospiti, è seguito un intermezzo musicale con chitarra acustica e voce solista, con alcuni brani della tradizione storica partigiana. A concludere la serata, la proiezione de “Il partigiano Johnny”, un film italiano del 2000, con la regia di Guido Chiesa. L’idea di creare quest’evento, per dare anche voce e risalto alle attività culturali giovanili, è nata un po’ per caso, grazie anche alla già presente collaborazione con l’associazione culturale Percorso Vitale, associazione bolognese che opera per la diffusione della cultura e dell’arte proponendo spettacoli e corsi di teatro e musica. Il gruppo di Bologna era, infatti, in giro per una tournée teatrale, portando in scena lo spettacolo “Che colpa ne ho io?!?”, ispirato alla vita di Adelmo Franceschini, ed hanno fatto tappa proprio a Nocera Inferiore il 9 maggio scorso, al Teatro dell’Oratorio “San Domenico Savio”. In tempi in cui la storia sembra essere riletta, in tempi in cui la memoria sembra essere superflua, è sempre meglio guardarsi indietro prima di affrontare il lungo viaggio che porta avanti.
Sofia Russo