
Carbonara day: la spaghettata social che riunisce i buongustai di tutto il mondo
[Di SIlvia De Cristofaro]
Nell’annuale edizione del Carbonara day la spaghettata social che da cinque anni imperversa il 6 aprile sul web, gli appassionati carbonari contrasteranno gli impostori spiattellando su Facebook, Twitter ed Istagram (con gli hashtag #Carbonaraday e #MyCarbonara).
A dispetto delle sue varianti oltre confine, la pietanza che caratterizza la cucina romana resta la preferita nella sua ricetta originale. Gastronomi e cuochi accendono i fornelli sul web ed invitano al dibattito.
DI Silvia De Cristofaro
Risale ad appena un mese fa lo “scandalo” culinario, definito un vero e proprio affronto alla tradizione gastronomica italiana, mosso ai danni di una pietanza da sempre non incline alle trasformazioni. La “smoki tomato carbonara”, lanciata e non dalla finestra come era più logico agire ma dal New York Times nello spazio dedicato alla critica gastronomica, è un’ardua rivisitazione della classica carbonara che viene servita al pomodoro e con varianti (il parmesan al posto del pecorino romano ed il bacon affumicato invece del guanciale) che hanno “seccato” i palati dei fans della pietanza simbolo della romanità.

L’improvvisazione ha scatenato social e media, non passando inosservata dagli amanti della tradizione che hanno messo alla “sbarra” anche le modifiche azzardate, in passato, dallo chef Jamie Oliver che introduce nel piatto di pasta più famoso d’Italia il pangrattato ai funghi porcini o con polpettine di salsiccia e dal ristoratore, cuoco e scrittore britannico Gordon Ramsay che crea una carbonara color arancione, più colorita (per l’uso troppo liquido di tuorli d’uovo e senza l’utilizzo “sacro” del pecorino) a dispetto di quella “gialla” servita nelle trattorie della nostra Italia. Credevamo di averle già viste tutte con la sperimentazione della pizza all’ananas (per giunta sciroppato) in versione hawaiana ma camuffare o rivoluzionare l’originale piatto della Capitale sembra davvero troppo.

Così, nell’annuale edizione del Carbonara day la spaghettata social che da cinque anni imperversa il 6 aprile sul web, gli appassionati carbonari contrasteranno gli impostori spiattellando su Facebook, Twitter ed Istagram (con gli hashtag #Carbonaraday e #MyCarbonara) il quartetto gastronomico per eccellenza: uovo, guanciale, pecorino e pepe. Al grido virtuale di “salvate la regina carbonara”, i buongustai festeggeranno la perfezione di questa pietanza dettando, e sfoderando ognuno la propria forchetta, la maniera più giusta per la preparazione di questo orgoglio culinario del Bel Paese.
nell’annuale edizione del Carbonara day la spaghettata social che da cinque anni imperversa il 6 aprile sul web, gli appassionati carbonari contrasteranno gli impostori spiattellando su Facebook, Twitter ed Istagram (con gli hashtag #Carbonaraday e #MyCarbonara) che condividono questa stessa passione divulgando questo piatto della tradizione e studiandone, e magari contrastandone, le reinterpretazioni sul nostro territorio e nel resto del mondo.

Perché, a detta dei più esperti, è bene rispettare la tradizionale ricetta con i suoi ingredienti che mantengono questo sapore deciso, incisivo, morbido e sapido: l’uovo deve risultare cremoso, non liquido, il pecorino da alla pietanza più saporosità rispetto al parmigiano o ad un mix di grattugiati, il guanciale dev’essere tagliato a strisce tanto da renderlo più croccante ed il pepe è preferibile nero anziché bianco perché conferisce un profumo diverso da un sapore più delicato. Gli chef specializzati in questa preparazione consigliano di amalgamare la carbonara agli spaghetti e non alla pasta corta che non ne avvolge abbastanza il condimento e non “trattiene” il guanciale.
Sulle origini della carbonara, gli studiosi del settore attribuiscono l’invenzione della pietanza ai soldati americani che, in Italia nel 1944, abbinavano la propria razione K (bacon, crema di latte e formaggio e polvere di tuorlo d’uovo) con gli italianissimi spaghetti per rendere il rancio più consistente. Il cuoco bolognese delle truppe alleate a Roma, Renato Gualandi, diffuse proprio in quegli anni la sostanziosa pasta condita. Altra ipotesi ci narra di carbonai dell’Appennino che modificarono il classico piatto “cacio e ova” con l’aggiunta di ingredienti più nutrienti.
Di “carbonari” ne parla la Coldiretti secondo cui la ricetta è legata ai movimenti rivoluzionari a Carbonia, in Sardegna e ad un cuoco del posto che una volta a Roma utilizzerà il pepe come simbolo del carbone.

Ippolito Cavalcanti, nobile letterato napoletano ed appassionato di cucina, nomina la pietanza laziale nel suo trattato di Cucina teorico-pratica nel 1837.
Altro napoletano è Francesco Palma che nel 1881 menziona nel suo “Il principe dei cuochi” i maccheroni con cacio ed uova con l’aggiunta di sugna.
Molto più tardi, nel 1954, la ricetta della carbonara compare per la prima volta sulla rivista “La cucina italiana” menzionando ingredienti come aglio, gruviera, pancetta ed uovo. Nel 1960, l’introduzione del guanciale, nella pubblicazione del ricettario “La grande cucina” del gastronomo italiano Luigi Carnacina, caratterizzerà negli anni uno dei primi piatti più amati anche oltre confine.
Silvia De Cristofaro
Vicecoordinatore Nazionale di redazione/Coordinatrice Centro Italia
Per la ricetta degli “Spaghetti alla Carbonara” consigliamo
https://www.lacucinaitaliana.it/ricetta/primi/spaghetti-alla-carbonara/