Sab. Mag 17th, 2025

Photo credit di Riccardo Sergio

Il teatro inclusivo alla casa circondariale di Arienzo (CE)

Alla casa circondariale di Arienzo (CE) nasce la compagnia “La Flotta”,
Gaetano Battista e Fabio Fiorillo, curano l’esperienza di teatro inclusivo coinvolgendo i detenuti in modo intelligente e raffinato.

Gli istituti di pena e detenzione, gli spazi ad essi in uso e cosa vi avviene esattamente, restano ancora ai margini della percezione generale.

Di Francesco Paciello

Tornano a galla velocemente solo in occasione di particolari eventi di cronaca e in genere non stimolano un quotidiano confronto, se non nelle famiglie e nelle comunità coinvolte, sulle condizioni spesso inumane di sovraffollamento, promiscuità e marginalità sociale  nei quali versano i detenuti.

Eppure la funzione rieducativa e riabilitativa del carcere è stabilita in maniera chiara e intellegibile dalla nostra Costituzione, poiché la funzione omnia della detenzione è quella di trasformare il comportamento del detenuto, riclassificarlo socialmente, provando a trasmettergli un nuovo quadro di valori che permettano di trovare un escape, uno spiraglio di opportunità o solo una leva per dare senso sociale compiuto a legittime aspettative di vita.

Ma non è questa la sede per calarsi in complicate analisi sociologiche, resta però scolpito nel marmo il concetto che la pena, l’obbligo coercitivo che limita la libertà del fare – se fine a se stessa – non può che produrre un loop ridondante.

In questa trama, trita e ritrita, emergono puntini luminosi che come le stelle guidano il viaggio e aiutano a spingere oltre, provando a dare un senso compiuto all’enunciato costituzionale o quanto meno a riportare in rotta – ove possibile e in condizioni di fertilità ambientale – e dare senso alla volontà di incidere, andando oltre la traccia simbolica e provando ad innescare le dinamiche dell’inclusione.

Come sempre è il terzo settore a sostenere il valore delle intenzioni.

Polluce APS, con il progetto teatro inclusivo, ha probabilmente toccato le corde di chi, spesso, si arrende al trascorrere del tempo contando alla rovescia, giorno dopo giorno, quello che rimane per tornare in libertà. Lo fa offrendo in alternativa partecipazione attiva, identità di persona e di gruppo, sfida interpretativa.

Nasce così alla casa circondariale di Arienzo (CE) la compagnia “La Flotta”, un gruppo teatrale che in questi ultimi due anni ha catalizzato la sua ricerca concettuale sullo studio del vizio, non inteso solo come fenomeno di perversione, ma coniugato e interpretato attraverso la visione e l’analisi dell’essere umano.

Gaetano Battista e Fabio Fiorillo, curano l’esperienza di teatro inclusivo coinvolgendo i detenuti in modo intelligente e raffinato.

Fabio Fiorillo e Gaetano Battista

Battista ci spiega la genesi, il percorso e lo sviluppo del lavoro teatrale intitolato “Alterazioni

<<Si è ovviamente partiti dalla definizione del vizio, dalla sua etimologia, fino ad analizzare il vizio inteso strettamente come difetto, l’uomo inteso come essere difettoso, pieno di contraddizioni e di sfaccettature.

L’analisi del concetto di vizio è partita dalla dinamica dei sette vizi capitali, spostando poi l’attenzione sulla percezione del vizio: cosa è per noi il difetto e cosa provoca in noi, sia quando lo vediamo proiettato negli altri, sia quando lo sentiamo parte di noi.

Raccogliendo le storie dei detenuti, le loro personali visioni e i complicati vissuti, si è proceduto ad una vera e propria co-creazione di un percorso di spettacolo itinerante che segue la traccia delle emozioni innescate dall’animo umano. Per rendere leggibile a tutti l’intenso percorso di studio che i detenuti stavano facendo sull’uomo e su se stessi, abbiamo deciso insieme di utilizzare il racconto come mezzo di comunicazione. I detenuti hanno scelto di utilizzare la favola come strumento di espressione, narrando le evoluzioni e le emozioni che la stessa fiaba può trasmettere attraverso i protagonisti che ne fanno parte. Siamo partiti da racconti molto vicini al difetto, alla caduta, all’errore; abbiamo utilizzato i testi de Lo Cunto de li Cunti di Giambattista Basile e Le Dodici storie di Natale di Roberto De Simone. Sviscerando i personaggi di alcune leggende, abbiamo estrapolato i concetti più riflettibili nell’attualità, partendo da tutto ciò che può essere visto con disgusto e quindi allontanato, ma che solo mediante la favola può essere apprezzato, accettato e ascoltato. Dalla raccolta delle riflessioni sul difetto e dalla loro presenza espressa o ricavabile all’interno dei racconti, è nato lo spettacolo Alterazioni. Il difetto è un’alterazione della condizione di partenza, rende estranei ed estraniati. L’affinità tra l’alterazione e il detenuto ha consentito di percepire lo spettacolo nelle sue intime declinazioni. Il detenuto, bistrattato, di indole viziosa come tutti gli esseri umani, è molto spesso spinto al vizio da una necessità che è quella della sopravvivenza, poiché crede che questa sia l’unica strada da percorrere. La storia raccontata diventa un filtro magico, una formula di espiazione per esorcizzare ed analizzare le nostre continue cadute. Nessuno sarà colpevole, ma tutti avranno la possibilità di riflettere.  Ogni racconto ha un filo conduttore con la realtà, la leggenda diventa strumento di analisi delle fragilità umane>>.

Il lavoro teatrale, con le scenografie curate da Gennaro Vallifuoco e i costumi originali di Teresa Papa e Nicola Criscibaffico andrà in scena i prossimi 20,21 e 22 luglio. La selezione musicale e gli arrangiamenti sono di Fabio Fiorillo e Franco Ponzo.

Interpretato dai detenuti: Hakim Boulakrouf; Alfret Iakim; Giovanni De Simone; Marco Duro; Silvio Formosa; Rossella Massari; Antony Rega; Arianna Ricciardi; Ciro Rimoli; Vincenzo Russolillo; Danilo Tuccia.

L’attività di Polluce APS, in collaborazione con INDILA e Cosmoart, è promossa dal Garante dei Detenuti della Regione Campania e sostenuta dal Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo

Con un opportuno accredito si potrà partecipare da spettatori

Contatti associazionepolluce@gmail.com.

Francesco Paciello

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