Felice esito di due rappresentazioni teatrali a cura della Pro Loco di Castel S. Giorgio (Salerno)
“Pro loco in teatro” è il titolo della manifestazione, svoltasi il 16 e 17 settembre (con un appuntamento anche per il 18), organizzata a Castel S. Giorgio dalla pro loco di questo centro dell’ agro nocerino
Il sodalizio cittadino di S. Giorgio – del quale è segretario l’hair stylist per uomini Gennaro Cibelli – ha creato un evento artistico e teatrale presso il giardino dell’associazione “Briganti dell’Orco” – in via Tenente Bruno Lombardi.
Di Anna Maria Noia
Giovedì 16 settembre è stata la volta dell’ensemble “Primomito [sic!] Teatro Sangiorgese”, che ha proposto l’esilarante copione di “E che Dio me la mandi… bona”n su plot di Eva De Rosa e Massimo Canzano – regia del direttore artistico di “Primomito”, Antonio Stornaiuolo. Una commedia scoppiettante, ricca di scene surreali e divertenti. Il 17 settembre, invece, ha calcato le scene – stessa cornice – la “compagnia” del circolo Anspi “S. Giorgio martire”. A presentare un altro spettacolo classico tratto dalla drammaturgia partenopea. Stiamo parlando de “Il medico dei pazzi” – in vernacolo: “O mierieco d’e pazze” – di Eduardo Scarpetta, per la regia di Vincenzo Mazzariello. Secondo cui “la pazzia è una forma d’ arte” Questo secondo spettacolo è stato – poi – “ripetuto” anche il giorno 18 settembre, stavolta nei pressi della chiesa di Maria SS. Addolorata – via Piave, S. Croce di Castel S. Giorgio. Per quanto concerne le serate, a cura della pro loco, occorre dire che non è (stata) l’unica iniziativa di questa attiva realtà, molto presente sul territorio. Vi sono state altre kermesse , per esempio quello della “giornata nazionale delle pro loco d’Italia” – nel luglio scorso. In tale occasione, l’ente civico sangiorgese ha proposto una simpatica iniziativa su “Il nostro dialetto. Un patrimonio da salvaguardare e rivalutare”.
Davvero un happening curioso ed interessante. Sempre a luglio – una serata di musica e poesia, con gli interventi de “Le voci del Sud”; di “Primomito”; del circolo “S. Giorgio martire”. Tanti gli ospiti e i contributi. Ancora, in aprile sempre la pro loco (seppure nel mezzo dell’emergenza Covid) ha organizzato degli eventi (non solo religiosi ma anche storici e culturali in onore del patrono della cittadina: S. Giorgio martire. La mission di tale ente è la promozione del senso di appartenenza alla collettività. Dichiara infatti Cibelli: “Abbiamo voluto creare un’ulteriore occasione di aggregazione e socializzazione, condite – per questi due giorni di settembre – . Per sollecitare il fare e l’essere sempre più comunità”. I cittadini sono – difatti – contenti di assistere o partecipare a kermesse similari che rappresentano, senz’altro, un momento di ristoro e di divertimento – nel senso etimologico del termine; in questi giorni così pregni di sofferenza e di confusione, dovuti alla presenza tra noi del Coronavirus. La pro loco intende valorizzare la città e renderla più vivibile e “sostenibile”.
Per quanto riguarda lo spettacolo di giovedì 16 settembre, “E che Dio me la mandi… bona”, si tratta di una due atti della durata di circa un’ora e mezza. Gli autori, Eva De Rosa e Massimo Canzano, hanno incentrato il copione sugli “equivoci” tra due donne – una bella, sexy, provocante e l’altra non proprio meno avvenente. . In scena anche un uomo; un “aspirante” suicida, che crede che la vita sia intollerabile – se vissuta da soli. Poi l’uomo vede arrivare la donna meno gradevole e tenta di avere rapporti intimi con lei. Alla fine, sarà la voce di Dio (il Deus ex machina) a ristabilire gli equilibri e a svelare la “verità”. I protagonisti, in realtà, sono stati puniti per le loro azioni peccaminose – tornando nuovamente sulla terra mediante una nuova nascita. La rappresentazione è andata “in onda” grazie all’impegno di “Primomito”. Una compagnia molto attiva e presente – tra S. Giorgio e le zone limitrofe – da diversi anni. Soddisfatto per le varie kermesse il direttore artistico, Antonio Stornaiuolo – che, tra l’altro, lavora come educatore (anche) di laboratorio appunto teatrale in una struttura per ospiti diversamente abili a Roccapiemonte. Parlando, invece, della pièce tratta da Scarpetta – ovvero “O miedeco d’e pazze” – si tratta di una famosissima opera del noto commediografo .
È del 1908, ma nel 1954 ne è stata realizzata una trasposizione cinematografica che annovera anche il macchiettista e celebre attore Totò. La trama vede protagonista, come al solito il giovane e gaudente viveur Felice Sciosciammocca. Nomen omen. Il nome è tutto un programma. Un personaggio caricato ma tipico delle opere di Eduardo Scarpetta, un gagà o paglietta. Nobile decaduto, bohemienne dai caratteristici tratti ironici della Napoletanità… “internazionale”. Anche questa, sebbene più articolata, è la classica commedia “degli equivoci”. Con battute sferzanti e tante sane risate. Nel mezzo, ecco comparire un manicomio – che, in realtà, è una rispettabile pensione – con i suoi bizzarri ospiti, con tic e stramberie. Tutto è un imbroglio, che causerà gag comiche a volontà. Al termine della pièce, tutti i nodi vengono al pettine – come si suol dire. E la matassa, lo “gliòmmero” napoletano, sarà dipanata. Il tema della pazzia, dunque, sviscerato come fosse (e davvero lo è) parte dell’esistenza – del quotidiano.
Si spera in numerosi spettacoli teatrali o in altre iniziative per rilanciare – dopo i bui mesi di lockdown e di Coronavirus – la vita cittadina, di certo ricca di stimoli e di fermenti artistici. Un plauso va anche al sindaco di Castel S. Giorgio – l’avvocata Paola Lanzara – per l’impegno giornaliero nel rapportarsi alla “sua” cittadinanza .