Lun. Mar 24th, 2025

La Discontinuità Territoriale

Continuità territoriale e collegamenti tra Sardegna e Liguria. se volessimo analizzare quale è la situazione dei collegamenti fra le due regioni a partire dal 16/10/2021 ci troveremmo in una situazione fortemente demoralizzante per non definirla imbarazzante.

Come tutti gli anni in questo periodo capita che finisce l’estate e si perde l’impulso positivo che viene prodotto da questa stagione che spinge tutta la popolazione italiana al movimento, ed alla ricerca di ogni opportunità di lasciare le città per ritagliarsi un angolo di paradiso, di gioia, di tranquillità. Succede ogni anno che moltissime persone si riversano nelle isole italiane ed in particolare in Sardegna

di Marco Maltesu

Questa isola, che nonostante il fortissimo afflusso di turisti, riesce a rimanere un vero paradiso e permette ancora la scoperta di ambienti poco contaminati, ogni anno di questi tempi si ritrova a vivere il medesimo problema, esauriti i flussi turistici folli dell’estate, vengono cancellati uno ad uno tutti gli innumerevoli collegamenti. Aeroporti come quello di Olbia Costa Smeralda passano dai circa 400 voli al giorno del periodo estivo alle poche decine del periodo invernale. Il tutto motivato naturalmente da un vistoso calo della richiesta, in inverno c’è un fortissimo rallentamento nella domanda turistica di mobilità da e per la Sardegna e rimane esclusivamente la richiesta di mobilità dei residenti e di chi ha interessi e contatti con il resto del territorio nazionale.

La logica che muove il ragionamento precedente è ineccepibile in termini economici, può avere un senso per molti territori, il problema è che purtroppo la Sardegna è un’isola e come tale non offre altre possibilità di spostamento se non per mezzo di navi ed aerei. È evidente che se ad un territorio come un’isola gli si vogliono offrire comunque delle possibilità per consentire ai suoi abitanti di poter lavorare, di poter scambiare, di poter avere almeno le occasioni minime che vengono offerte a tutti gli altri territori, è fondamentale che almeno gli si deve garantire il movimento e quindi la possibilità di prendere delle navi od aerei per potersi spostare. Lo strumento normativo che garantisce la possibilità di mobilità per gli abitanti di una zona svantaggiata come potrebbe essere un’isola si chiama “continuità territoriale” e potremmo definirla nel modo che segue:

La continuità territoriale è uno strumento legislativo europeo che ha lo scopo di garantire i servizi di trasporto, normalmente per via aerea o marittima, ai cittadini abitanti in regioni disagiate della nazione a cui appartengono, ovvero di rafforzare la coesione tra le diverse aree di uno stesso Stato, superando svantaggi connessi alla loro lontananza, irraggiungibilità o al difficile accesso, come nel caso delle isole per l’Italia.

Si inserisce insomma, nel quadro più generale di garanzia dell’uguaglianza sostanziale dei cittadini e di coesione di natura economica e sociale, promosso in sede europea. Il trasporto, infatti, se da un lato, si configura come attività di tipo economico, dall’altro, come elemento essenziale del “diritto alla mobilità” previsto all’articolo 16 della Costituzione, costituisce un servizio di interesse economico generale e, quindi, tale da dover essere garantito a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro dislocazione geografica. Normalmente, per scegliere il soggetto cui affidare i servizi di continuità territoriale, viene bandita una gara europea che serve ad aggiudicare le rotte che verranno poi concesse in esclusiva, e con sovvenzioni statali, a chi si aggiudica la gara, in deroga al principio di libero mercato.

Quindi la “continuità territoriale” è quello strumento normativo di cui, addirittura a livello Europeo, ci si è dotati per affrontare le problematiche geografiche o sociali esistenti in territori svantaggiati e nel caso delle isole quell’isolamento (non è un caso la parola utilizzata), che già di per sé la collocazione geografica crea e che l’assenza di strumenti sia culturali che logistici fa diventare frattura rispetto al resto della nazione.

La “continuità territoriale” per la Sardegna, non è uno strumento nuovo ma un provvedimento ormai datato attraverso cui si è riusciti nel corso del tempo a garantire se non pari, almeno condizioni minime di possibilità di sviluppo e scambio. Storicamente ha poggiato su due compagnie di derivazione statale che sono Alitalia per la parte aerea e Tirrenia per la parte marittima, che hanno prevalentemente garantito i collegamenti nel passato, ora invece ci troviamo in un momento in cui queste due compagnie stanno vivendo dei momenti difficili, se non drammatici che hanno innestato tutta una serie di problematiche sulla normale gestione  e procedura di assegnazione dell’esercizio delle linee di collegamento da e per l’isola da innescare moltissime preoccupazioni.

Si arriverà sicuramente a definire le condizioni per l’applicazione della continuità territoriale, nel campo marittimo si è arrivati ad una soluzione di estensione con una proroga delle regole in essere alla società di navigazione che fino ad oggi ha svolto il servizio, ovvero la Tirrenia. Per quanto riguarda invece il settore aereo si arriverà ad una soluzione di estensione della attuale convenzione attraverso una nuova assegnazione, questo in quanto la società aerea che svolgeva i voli per continuità territoriale, ovvero Alitalia, dal 15/10/2021 non esisterà più e quindi il servizio verrà assegnato ad uno fra ITA e Vueling che sono le due compagnie aeree che hanno fatto proposte di offerta migliori fra le varie compagnie interessate.

In poco tempo quindi si dovrebbe arrivare ad una condizione di “normalità” secondo le regole previste, ma quelle previste sono regole realmente sufficienti per assicurare il diritto alla mobilità ed alla imprenditorialità della popolazione sarda? Ad una analisi un po’ più attenta della situazione si nota che il modello presenta alcune lacune, in particolare si nota una quasi totale carenza di collegamenti della Sardegna con Genova, ovvero con la città che a tutt’oggi ospita la più grande comunità sarda al di fuori della Sardegna.

Si fa fatica a ritenere socialmente utile non considerare la necessità di collegamento che normalmente si sviluppa in una comunità cosi ampia, soprattutto in considerazione del fatto che tutti i sardi hanno un forte legame con il proprio territorio e soprattutto con i propri parenti, amici, conoscenti rimasti sull’isola e con i propri usi, costumi e tradizioni. Come difficilmente comprensibile è inoltre la mancanza di un collegamento che possa supportare il lavoro, l’imprenditorialità e comunque la produttività di una regione, tagliando fuori quella che a tutti gli effetti può essere considerata un’isola sarda sul territorio italiano.

I collegamenti, oltre che storici, a partire dal Regno Sardo-Piemontese anteriore all’Unità d’Italia, ed a seguire con il successivo forte spostamento di sardi per lavoro verso quella che era una parte del triangolo industriale di un tempo, passano anche per le affinità marinare e logistiche delle città esistenti, in particolare con Cagliari. Come poi non pensare alla grandissima quantità di liguri che ha nel passato investito in immobili in Sardegna ed in ultimo ma ancora più importante, come poi non riflettere sulla presenza della comunità di Tabarchini nelle isole di San Pietro con Carloforte e Sant’Antioco con Calasetta, che sono delle comunità Genovesi all’interno del territorio sardo.

Se ora dopo aver accennato in maniera solo superficiale alla forte connessione esistente fra la Liguria e la Sardegna volessimo analizzare quale è la situazione dei collegamenti fra le due regioni a partire dal 16/10/2021 ci troveremmo in una situazione fortemente demoralizzante per non definirla imbarazzante. Per quanto riguarda i collegamenti marittimi c’è un solo collegamento, Genova- Porto Torres, quindi l’estremo nord dell’isola, e notoriamente la Sardegna non è conosciuta per degli efficienti collegamenti interni, il che significa ostacolare sul nascere qualsiasi possibilità di sviluppo commerciale e non solo di tutta la parte sud e centrale della regione, in particolare in questo periodo in cui i carburanti hanno costi elevatissimi.

Per quanto riguarda i collegamenti aerei la situazione potrebbe essere considerata ancora peggiore in quanto al momento non esistono collegamenti diretti fra Genova ed i tre aeroporti di Cagliari, Olbia ed Alghero, vale la pena ricordare qui che la continuità territoriale prevede i collegamenti con Roma Fiumicino e Milano Linate che da Genova non sono facilmente raggiungibili, Milano necessita di un treno perché non esiste un collegamento aereo con Genova, per quanto riguarda Roma ancora non si sa bene se, con il passaggio da Alitalia alla nuova compagnia ITA, verranno mantenuti gli attuali 2 collegamenti che comunque rendono poco agevole anche solo il pensiero di organizzare un volo da Genova via Roma. A questo punto è certo che gli esercizi di triangolazione da parte dei viaggiatori che da Genova vogliono raggiungere la Sardegna non si fermeranno ad un controllo della sola rotta “Capitolina” ma faranno sicuramente delle grandi giravolte per poter magari utilizzare compagnie aeree low cost come la Ryanair magari facendo una rotta via Londra Stansted o addirittura i più coraggiosi tenteranno delle nuove rotte alla scoperta del viaggio più veloce da Genova per la Sardegna o addirittura più economico!!

In definitiva ci si chiede come sia possibile, per una nazione evoluta e democratica come l’Italia, non ritenere fondamentale dare seguito a tutte quelle azioni, necessarie per l’inclusione di territori svantaggiati come le isole a partire da azioni che realmente possano spezzare quell’isolamento che si viene a creare in queste situazioni che non solo mina il diritto alla mobilità, ma che lede alla base ogni più elementare diritto perché si manifesta sia in forma culturale che economica e che purtroppo al giorno d’oggi diventa sempre più misurabile in termini di occasioni mancate.

Marco Maltesu
Esperto di trasporti, sviluppo sostenibile, ambiente ed energie.

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