
Il ruolo dei cattolici in politica: conversazione con Leoluca Orlando
Intervista al sindaco di Salerno, On.Leoluca Orlando, in occasione dei 125 anni della fondazione della FUCI, Federazione Universitaria Cattolica
Di Stefano Pignataro
“Le trasformazioni della vita urbana”; in occasione dei 125 anni della fondazione della Federazione Universitaria Cattolica italiana, conosciuta con l’acrostico Fuci, la Presidenza nazionale (composta dai Presidenti Lorenzo Cattaneo e Allegra Tonnarini e dalla Vicepresidente Chiara Lambranzi) ha incentrato sul tema estremamente interessante dell’urbanesimo e della lettura della città in senso antropologico, pastorale, civico e politico la riflessione perno centrale del IX modulo formativo unitario tenutosi a Roma, presso la Casa Bonus Pastor, nei giorni 26-27-28 novembre.
Il modulo, partecipato dai tantissimi gruppi della Federazione che animano le Università provenienti da tutta Italia, è stata una preziosa occasione di riflessione, confronto e dialettica non soltanto sul tema in questione, ma anche su tutto cià che ne scaturisce da un ampio dibattito sviluppato sia su esperienze personali, sia dalle dense e stimolanti riflessioni effettuate dai relatori ospiti del Modulo formativo. Diversi, infatti, sono stati gli ospiti che hanno animato il modulo formativo: dall’Architetto e Docente universitario Guendalina Solimei al Segretario della Cei Mons. Stefano Russo, dal Magnifico Rettore dell’Università Lumsa Prof. Francesco Bonini al Sindaco di Salerno On. Prof. Leoluca Orlando, dagli amministratori locali Emanuele Moggia e Giulia Milani (rispettivamente Sindaco di Monterosso al Mare e Consigliere comunale di Cassola).

Una riflessione a parte, inoltre, è stata dedicata alla storia della Fuci nei differenti contesti storici della Storia d’Italia discussi ed analizzati dal prof. Renato Moro (Prof. di Storia contemporanea presso l’Università degli studi di Roma “Roma Tre” e dal prof. Michele Nicoletti, Presidente della Fondazione Fuci e prof. presso L’Università di Trento, già Parlamentare della XVI Legislatura. L’incontro, moderato della giornalista Rai Enrica Belli, è stato arricchito dalla presenza di numerosi esponenti storici della Federazioni, tra tutti il decano Romolo Pietrobelli ed è stato ulteriormente impreziosito di importanza storica dalla mostra fotografica allestita presso la “Domus Pastor” realizzata sotto la cura di Marco Tarallo (Rappresentante di Assemblea Federale e appartenente al gruppo Fuci di Firenze). L’ultimo giorno dei lavori è stato caratterizzato dalla presentazione dei lavori delle diverse Commissioni del Coordinamento degli Stati Generali di Fiesole 2023.
Densa e partecipata, moderata dal Segretario nazionale Fuci Andrea Di Gangi, la tavola rotonda dal titolo “Le trasformazioni della città” che ha visto relatori Mons. Stefano Russo, il prof. Francesco Bonini ed il Sindaco di Palermo On. Prof. Leoluca Orlando, ha visto confrontarsi tre realtà differenti ma allo stesso tempo unite nel simbolo della sinodalità e nell’attenzione “alle periferie esistenziali”.

On. Orlando, il nostro tempo è caratterizzato da una forte presenza di realtà cattoliche, ma forse il pensiero del cattolico, in particolare in politica, oggigiorno fatica ad emergere. Quali elementi, secondo Lei, occorre soffermarsi per far si che riacquisti una sua validità?
Secondo la mia personale visione, due sono gli elementi forti del possibile impegno dei cattolici in politica, anche se, oggigiorno, per un cattolico è meglio forse non dire che è cattolico. Il tema è molti semplice: io sono persona, noi siamo comunità, un principio che deve essere di monito agli individualismi ed agli egoismi; tutte le volte che si assiste ad un qualsiasi atto di egoismo, il cattolico deve intervenire. La comunità, poi, il fare comunità è di fondamentale importanza, perché significa alternativa ai gruppi chiusi. Da qui scaturiscono una serie di riflessioni quali il primato dei diritti sul diritto e il cercare di adeguare la legge sui diritti e non viceversa il che è consentito nel nostro paese per la nostra Costituzione democratica; basta applicare i principi della costituzione e convincersi che può essere eversiva una legge che non rispetta i diritti e non chi contesta una legge che mortifica i diritti. Una questione importante, inoltre, è il tema dell’identità, un’identità “non di sangue” che deve essere un atto di libera scelta; infine, il rifiuto totale a lotta ad ogni tipo di razzismo. Valori, questi, che devono essere fatti propri sia dai cattolici di destra, sia di sinistra e di centro: da 200 anni, dopo la rivoluzione francese si è affermato il primato della liberta sull’eguaglianza, devi essere uguale prima di essere libero e per duecento anni siamo stati divisi su una concezione dell’essere prima liberi e poi uguali o viceversa. Papa Francesco ci ha ricordato che esiste la fraternità e qualsiasi politico che segue un percorso di impegno occorre che si domandi se i criteri di libertà e di uguaglianza rispettino il principio di fraternità.
Il tema della trasformazione urbana in senso antropologico è stato un tema caro a Pasolini (penso al suo monologo televisivo su “Sabaudia e le civiltà dei consumi” del 1974; il suo pensiero è oggi considerato attuale, da riscoprire e da approfondire. Ritiene che il suo pensiero possa essere oggi contestualizzato su questo tema?
Nel corso della mia vita ho pianto molto per la morte delle persone che ho conosciuto. Con Pasolini mi capitò la stessa cosa anche non avendo avuto mai la fortuna di conoscere. Pasolini era un animo libero, era secondo me, un vero cattolico , che aveva scoperto la grande sofferenza delle borgate in una città in trasformazione, non più campagna né città. Lui ha trattato di questa invisibilità, di vivere in una né in campagna né in città e considero i suoi scritti corsari di una grande lucidità. Ricordo, inoltre, che rimasi scioccato quando sentimmo l’invettiva di Pasolini verso noi giovani sessantottini. Come ricordo che seguì con molto interesse le sue opinioni contro la scuola dell’obbligo. Secondo me, Pasolini ha espresso valori straordinari di libertà è stato un grande testimone della “identità non di sangue” e del rispetto dei diversi. La nostra società ed il nostro destino di essere umani si gioca molto sul rispetto. Migranti ed omosessuali sono le due spie di quanto noi rispettiamo i diritti umani.
Stefano Pignataro
Vicecoordinatore Nazionale di redazione/Coordinatore Sud Italia e Sicilia