Raid al cinema e provocazioni neofasciste: l’allarme cresce
Dal Tuscolano a Bologna, segnali di un clima pericoloso tra odio e silenzi.
Sabato 9 novembre 2024, durante l’ultima proiezione del film *La grande ambizione* su Enrico Berlinguer, nella sala 3 del Cinema Atlantic, in via Tuscolana a Roma si è verificato un episodio che non può essere ignorato. Un gruppo di almeno quattro giovani incappucciati, probabilmente già all’interno della multisala, ha interrotto la visione del film con un’irruzione mirata e provocatoria. Dopo aver disturbato gli spettatori attraversando lo spazio davanti allo schermo, sputando a terra e accendendo lucette, hanno aperto le porte per far entrare altri complici, arrivando a circa dieci persone. Uno di loro era addirittura su un monopattino.
Gli aggressori hanno urlato insulti come “comunisti di merda” e preso di mira una ragazza di colore con frasi razziste. Gli spettatori, comprensibilmente scossi, hanno chiesto l’interruzione della proiezione e una signora ha chiamato il 112. Tuttavia, al loro arrivo, i carabinieri si sono limitati a redigere un verbale, liquidando l’episodio come una semplice “ragazzata”.
Il fatto, già di per sé grave, assume un peso maggiore nel silenzio che lo ha seguito. Nonostante il contesto e le dinamiche dell’evento, la maggior parte dei media nazionali ha scelto di ignorarlo, lasciando che passasse quasi inosservato. È un silenzio preoccupante, che sembra minimizzare l’aumento di gesti di odio e provocazioni da parte di gruppi che si rifanno all’estrema destra.
Il raid al Cinema Atlantic non è un caso isolato. Pochi giorni prima, a Bologna, un corteo organizzato da Casapound ha sfilato vicino alla stazione teatro della strage neofascista del 2 agosto 1980. Una scelta non casuale, carica di provocazione. Fortunatamente, in quella occasione, la città ha risposto con una forte mobilitazione antifascista, dimostrando che non tutti sono disposti a voltarsi dall’altra parte.
Episodi come quello del Cinema Atlantic non possono essere sottovalutati. Si tratta di segnali pericolosi di un clima che rischia di legittimare l’odio e le intimidazioni. Lo dimostrano anche altri recenti atti di vandalismo, come le scritte omofobe contro il Circolo Mario Mieli a Roma, e l’annuncio di raduni di estrema destra, tra cui quello di Forza Nuova previsto per il 17 novembre. Nel clima di tensione e impunità si inserisce l’annuncio del gruppo di estrema destra, che utilizza la pagina Facebook «Effenne Roma» – un escamotage per aggirare il ban dal social network – per promuovere un’«adunata militante» prevista per domenica 17 novembre, a pochi passi dalla contestata via Acca Larenzia. Un luogo simbolico, dove ogni 7 gennaio si celebrano con saluti romani e inni nostalgici i “camerati caduti” del Movimento Sociale Italiano.
Questi fatti non sono casuali né isolati. Sono il sintomo di un malessere sociale e culturale che non può essere ignorato. La politica, i media e la società civile hanno il dovere di reagire. Non si tratta solo di tutelare la memoria storica, ma di proteggere i valori fondanti della nostra Repubblica: libertà, uguaglianza e solidarietà.
L’Italia deve prendere posizione. Gli episodi di Roma e Bologna, così come tanti altri, sono un monito: lasciare spazio all’indifferenza significa permettere che si ripetano. La democrazia non è garantita per sempre, va difesa giorno per giorno, anche di fronte a gesti apparentemente piccoli ma carichi di significati pericolosi.
Non possiamo permettere che il silenzio diventi complice.
REDAZIONE