Sab. Dic 7th, 2024

La Madonna dello Schiavo: Pegli e le comunità tabarchine unite dalla memoria e dalla fede

Tra fine novembre e inizio dicembre, Carloforte, Calasetta e Nueva Tabarka si riuniscono a Pegli per celebrare un patrimonio culturale condiviso, intrecciando spiritualità, storia e momenti di autentica fratellanza.

A cura di Antonello Rivano

In calce a questo articolo, sono riportati i contributi di alcuni esponenti delle comunità tabarchine e un sunto del programma.

Contributi:


Un’occasione di unione tra le comunità tabarchine

di Antonello Rivano

Alla fine di novembre, una folta rappresentanza delle comunità tabarchine di Carloforte, Calasetta e Nueva Tabarka si riunirà a Genova Pegli per celebrare la Madonna dello Schiavo. L’evento, che rafforza i legami di fede e memoria storica, è divenuto nel tempo un appuntamento di grande importanza non solo per chi proviene dai luoghi della diaspora tabarchina, ma anche per i pegliesi e per tutti i “tabarchini” che vivono nei dintorni e in Liguria.

La libertà come collante identitario

Negli anni passati, la partecipazione era stata principalmente limitata a persone provenienti da Carloforte. Quest’anno, però, l’evento si arricchisce della presenza di circa novanta partecipanti, tra carlofortini, calasettani e abitanti di Nueva Tabarka, trasformandosi in un’occasione straordinaria di unione. Sebbene il culto della Madonna dello Schiavo abbia radici profonde nella storia di Carloforte, esso rappresenta un patrimonio condiviso anche dalle altre comunità tabarchine. Una testimonianza tangibile di questa condivisione è la riproduzione del simulacro venerato a Carloforte, custodito nella Chiesa dell’Immacolata di Pegli, come dono della comunità carolina negli anni Sessanta.

Un’altra effige, una riproduzione in formato ridotto del simulacro carlofortino, si trova a Nueva Tabarka, incastonata in uno dei muri perimetrali della cinta muraria, accanto alla porta che dà verso il paese. Questa copia è stata realizzata da Antonio Ruso Castellò, che parteciperà all’incontro a Pegli insieme a una numerosa delegazione di abitanti di Nueva Tabarka in Spagna. Sebbene questa comunità sia geograficamente lontana dalle altre e abbia vissuto una storia che ha ha messo a dura prova le sue radici tabarchine, sin quasi a cancellarle, mantiene un legame forte e profondo con le altre comunità sorelle, un legame che continua a rappresentare un valore essenziale per la sua identità.

Carloforte, fondata nel 1738 da una parte dei liguri che lasciarono Tabarca a causa di varie difficoltà, tra cui il sovrappopolamento, porta con sé una storia segnata dalla sofferenza e dalla resilienza. Nel 1798, un’incursione barbaresca portò circa 1000 abitanti in schiavitù a Tunisi. Il ritrovamento del simulacro della Madonna dello Schiavo, oggi conservato in una chiesetta di Carloforte, e la fede verso ciò che rappresentava, divennero simboli di speranza e di unità per l’intera comunità, alimentando la forza necessaria per affrontare le avversità e preservare la propria identità.

Calasetta e Nueva Tabarka, similmente, furono fondate dai tabarchini rimasti a Tabarca. Nel 1741, questi ultimi furono catturati e resi schiavi per 15 anni prima di essere liberati. Queste vicende di sofferenza e riscatto hanno cementato il valore della libertà nella coscienza collettiva dei tabarchini, rendendolo un collante identitario che ancora oggi unisce queste comunità.

Una celebrazione che unisce fede e memoria con uno sguardo al futuro

Tuttavia, questo incontro non si limita a un semplice atto di fede. È anche un momento che celebra la memoria storica condivisa, capace di unire le diverse anime della tabarchinità. Le comunità di Carloforte, Calasetta, Nueva Tabarka e Pegli, pur avendo storie e percorsi differenti, trovano in queste radici comuni un legame profondo che supera il tempo e le distanze. A quasi cinque secoli dalla partenza dei loro avi da Pegli, le comunità tabarchine continuano a mantenere viva una ricchezza culturale e storica che si tramanda di generazione in generazione, dando vita a una radice comune che trascende il tempo e lo spazio.

La rappresentanza tabarchina non si limiterà a visitare Pegli, in particolare il Parco di Villa Durazzo Pallavicini, uno dei parchi storici più belli d’Europa, e a partecipare alla messa solenne in onore della Madonna dello Schiavo, domenica 1° dicembre alle 11 presso la Chiesa della Parrocchia S. Maria Immacolata e San Marziano. Sono previsti anche incontri con le istituzioni locali, eventi letterari e la posa di targhe commemorative che celebrano la storia tabarchina e i legami di fratellanza tra le diverse comunità. Inoltre, sono in programma un evento commemorativo a Chiavari e un appuntamento enogastronomico a Recco.

La Tabarchinità: un cammino di valori e un impegno per il domani

Chi scrive questo articolo è anch’egli figlio della storia tabarchina, una storia che non è confinata nei libri, pur essendo stata ampiamente documentata, né tanto meno ha la polvere del tempo che la ricopre. La tabarchinità è una grande avventura che continua, fatta di resilienza, spirito di appartenenza, senso di libertà, inclusione e tolleranza, valori che ancora possiamo e dobbiamo proteggere e far conoscere. L’auspicio è che le molteplici anime che la compongono si sentano responsabili del ricco bagaglio culturale e umano che questa storia porta con sé. Senza dimenticare il lavoro svolto fin qui e con la volontà di proseguire l’opera anche per chi non c’è più. Ognuno secondo le proprie capacità e mezzi, contribuendo a mantenere viva la memoria e a trasmettere i valori che ci legano. È un impegno e una responsabilità che ci riguarda tutti, un continuo cammino che non solo celebra il passato, ma guarda anche al futuro, affinché la tabarchinità non solo sopravviva, ma cresca e si evolva, arricchendosi di nuove esperienze e prospettive.

AR


Abbiamo chiesto ad alcuni esponenti delle comunità che si incontreranno a Pegli le loro riflessioni sull’appuntamento:

Don Andrea Zucca – Parroco Chiesa San Carlo di Carloforte: “Una Madre che tiene insieme i suoi figli”

Sono molto felice che quest’anno l’incontro con la comunità tabarchina residente in Liguria, in nome della Madonna dello Schiavo, si arricchisca della partecipazione di rappresentanti di tutte le comunità originarie dell’esperienza tunisina. Mi colpisce sempre come il legame umano si sia fortificato nel tempo anche attraverso l’esperienza religiosa. La Madonna dello Schiavo è diventata un simbolo identitario, che ancora oggi porta con sé il sapore dell’affidamento, della sofferenza e della speranza. Un’esperienza tangibile che trascende il credo religioso. Se parli di fratellanza comunitaria, mi piace pensare che questa abbia una Madre che tiene insieme i suoi figli. Inoltre, quest’anno abbiamo l’opportunità di ricordare l’ultimo parroco di Tabarca, don Rivarola, un’occasione per sottolineare come l’esperienza umana e quella religiosa dei tabarchini siano sempre state strettamente intrecciate.


Andrea Luxoro – Carloforte: “Un valore culturale oltre che religioso”

L’occasione della celebrazione della festa della Madonna dello Schiavo con i carlofortini residenti a Genova e in Liguria è ormai una tradizione consolidata. Nel corso degli anni, questa ricorrenza si è arricchita, assumendo un valore culturale oltre a quello religioso originario. Si configura come un’opportunità preziosa per riscoprire luoghi significativi della memoria storica tabarchina e per favorire momenti di incontro tra associazioni, e talvolta, come quest’anno, tra amministratori.

Quest’anno, su iniziativa della comunità parrocchiale, è stata organizzata una visita alla città di Chiavari, luogo natale dell’ultimo parroco di Tabarca, padre Giovanni Battista Rivarola. L’invito è stato esteso anche alle comunità di Nueva Tabarca e Calasetta, per condividere un momento di riflessione comune su una figura così importante per la storia tabarchina. La visita prevede un breve approfondimento storico sulla figura del Rivarola e si concluderà con la celebrazione dell’Eucaristia presso la cattedrale di Chiavari, coinvolgendo tutte le comunità presenti.


Remigio Scopelliti – Calasetta: “Un incontro di famiglia tra comunità tabarchine”

E’ stato l’amico Antonio Ruso Castellò di Nueva Tabarca ad informarmi del fatto che quest’anno anche una comitiva di Tabarchini spagnoli sarebbe stata a Pegli il primo dicembre con i Tabarchini di Carloforte per onorare la Madonna dello Schiavo. Ogni anno, infatti, i Carlofortini, si ritrovano con la Comunità pegliese nella chiesa parrocchiale di Maria Immacolata, che custodisce una copia della statua della Protettrice dei Tabarchini. L’amico Antonio mi proponeva per quella circostanza un incontro di tutte le Comunità tabarchine, proposta che ho subito accolto con entusiasmo.

Preso contatto con gli amici carlofortini Andrea Luxoro, referente per il Polo Linguistico Tabarchino, e Gianni Repetto, presidente della Pro Loco di Carloforte, abbiamo quindi organizzato il viaggio ed il soggiorno a Pegli dal 29 novembre al 1 dicembre.

Della delegazione calasettana (21 persone) faranno parte i rappresentanti di RAIXE (Archivio Digitale per la Cultura Tabarchina), della Pro Loco, dell’Associazione Culturale Ancilla Domini, del Centro Commerciale Naturale, oltre il Sindaco e alcuni Amministratori Comunali. In quei giorni, oltre ad onorare la Madonna dello Schiavo, avremo occasione di partecipare alla presentazione dell’atteso romanzo scritto dall’Assessore del Comune di Genova, l’amico Mauro Avvenente “Cuor di Corallo, l’epopea di un popolo” e di festeggiare il 30° anniversario di fondazione della Pro Loco di Pegli. Momenti significativi ed emozionanti che vivremo da parenti stretti in una affollata ed entusiasta riunione di famiglia.


Antonio Ruso Castellò – Nueva Tabarca: “La storia che rivive nel cuore dei tabarchini”

L’Isola Piana, o Isola di San Paolo, è una piccola isola della costa spagnola dove fu avviato un progetto di costruzione di una città fortificata per difendere Alicante e le aree costiere circostanti. Durante questi lavori, fu liberato da Algeri un gruppo di genovesi che abitava sull’isola tunisina di Tabarka. Questo avvenne nell’ambito di un massiccio salvataggio di prigionieri spagnoli, durante il quale si decise di includere anche il gruppo di tabarchini.

Una volta giunti in Spagna, i tabarchini attesero circa un anno, fino a quando i lavori non raggiunsero uno stadio avanzato. Successivamente furono trasferiti sull’isola, che contribuirono a completare e ribattezzarono Nuova Tabarca. Tuttavia, la gioia per la liberazione e per una nuova casa svanì presto: si trovarono su un’isola di soli 33 ettari, caratterizzata da scarse piogge, assenza di alberi e difficoltà agricole dovute all’elevata salinità. L’insediamento aveva inoltre un’impronta prevalentemente militare.

Di fronte a queste difficoltà, alcuni tornarono ad Algeri, una famiglia si unì ai tabarchini dell’Isola di San Pietro, mentre altri si dispersero lungo le coste spagnole. La mancanza di un consiglio comunale, che impediva loro di decidere del proprio futuro, e l’isolamento dalla madrepatria e dalle altre colonie di Carloforte e Calasetta, li costrinsero a sottostare alle decisioni di persone estranee, che non comprendevano i loro costumi genovesi né il dialetto tabarchino, destinato così a cadere in disuso.

Oggi, gli incontri con le nostre comunità sorelle di Carloforte e Calasetta, così come questo viaggio a Pegli-Genova, risvegliano nei nostri cuori una storia dimenticata e lontana. Con grande emozione, torniamo agli albori della nostra vicenda, iniziata nel 1541.


Enzo Dagnino – Pegli: “Valorizzare la storia tabarchina come patrimonio immateriale”

Quest’anno, in occasione della Solenne Commemorazione della festività della Madonna dello Schiavo, l’annuale incontro a Pegli (luogo di partenza dei primi corallatori nel 1542) vedrà la partecipazione di tutte le comunità tabarchine. Carloforte, Calasetta, Nueva Tabarca e Pegli si raccoglieranno per rinnovare il legame storico e umano che le unisce.

È importante ricordare che, nel corso degli anni, oltre agli incontri novembrini, grazie all’iniziativa di Don Ravaschio, parroco dell’Immacolata di Pegli, e di Mario Emanuelli, tra gli anni ’60 e ’90 del secolo scorso, si giunse all’organizzazione della Prima Giornata Storica Pegliese, che celebrava il connubio storico e umano con Carloforte, Calasetta e i tabarchini.

Successivamente, grazie al contributo del Circolo Culturale Norberto Sopranzi e dell’allora presidente Antonio Marani, si sono svolti eventi internazionali, come la Giornata Storica Pegliese, per promuovere la richiesta di riconoscimento dell’Epopea Tabarchina come “Bene Immateriale dell’Umanità” da parte dell’UNESCO. Un importante contributo a questa iniziativa va riconosciuto a Monique Longestray, presidente dell’associazione Le Pays Vert: La Tunisie du N.O. e punto di collegamento diretto con l’UNESCO a Parigi, e al carlofortino Antonio Cipollina

Purtroppo, negli ultimi anni, anche a causa di difficoltà nei collegamenti con le autorità tunisine, questo progetto ha subito significativi rallentamenti, che potrebbero pregiudicare il risultato finale.

Le occasioni di incontro comunitario devono rappresentare un punto di ripresa per la componente storica, culturale e linguistica tabarchina, che ultimamente ha preso una piega più folkloristica, perdendo in parte il suo profondo valore comunitario. Un doveroso ricordo va altresì agli studiosi che negli ultimi anni hanno dedicato tutte le loro risorse al mondo tabarchino, in particolare a Nicolo Capriata e Fiorenzo Toso, che purtroppo ci hanno lasciato prematuramente.

È sulla base di tutto ciò che le nostre comunità dovrebbero riprendere e rinsaldare il vero concetto di Tabarchinità, riportando al giusto valore la storia, la lingua e i costumi che, per mezzo millennio, sono sopravvissuti a mille traversie, e che sarebbe un vero delitto disperdere.È facile raccontare storie, ma estremamente complicato raccontare “la storia”.


Il programma

Il programma dell’incontro comunitario in occasione della solennità della Madonna dello Schiavo, che si terrà dal 29 novembre al 2 dicembre 2024, comprende una serie di eventi e cerimonie pensati per celebrare la tradizione tabarchina e rafforzare i legami tra le comunità di Carloforte, Pegli, Calasetta, e Nueva Tabarka.
Venerdì 29 novembre, dopo l’arrivo a Pegli, il programma prevede il pranzo e la presentazione del volume Cuori di Corallo di Mauro Avvenente, seguita dall’accoglienza delle autorità locali e dalla cerimonia di posizionamento di una targa commemorativa.
Sabato 30 novembre sarà dedicato a una visita a Chiavari, seguita da una celebrazione in memoria di Padre Giovanni Battista Rivarola, l’ultimo parroco di Tabarka, con una messa presso la Basilica di N.S. dell’Orto. La serata culminerà con un evento gastronomico a Recco, dove verranno celebrati i piatti tipici della tradizione tabarchina.
Domenica 1° dicembre sarà il giorno della messa solenne in onore della Madonna dello Schiavo, che si terrà presso la Chiesa dell’Immacolata a Pegli, seguita da un pranzo conviviale e la visita a Genova.
Lunedì 2 dicembre, prima della partenza, il programma prevede una visita al parco di Villa Durazzo Pallavicini, uno dei giardini storici più belli d’Europa, riconosciuto nel 2017 come il più bello d’Italia.

Per chi volesse approfondire la storia e la cultura tabarchine, suggeriamo di consultare i contenuti già pubblicati su Polis SA Magazine. È possibile accedervi cliccando qui.

Antonello Rivano
Direttore di redazione/coordinatore nazionale Polis SA Magazine
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