Dom. Mar 16th, 2025

Galante Oliva: un cammino tra politica, impegno sociale e lotta per i diritti

La vicenda di Galante Oliva rappresenta un esempio significativo di come la generazione che uscì dal ventennio fascista e dalla Seconda guerra mondiale fosse in grado di rimboccarsi le maniche, partecipando attivamente alla ricostruzione e al rapido sviluppo democratico, industriale e sociale dell’Italia


Sommario


Galante Oliva, la “bella politica” di origine popolare

Nel contesto storico del Meridione d’Italia, diverse figure politiche e sindacali del Novecento, pur profondamente radicate nei territori da cui provenivano, con la forza delle loro idee e dei loro principi, sono riuscite ad andare oltre i confini locali, diventando modelli di quella politica popolare che, oggi più che mai, appare come una risorsa perduta. Galante Oliva, nato a Nocera Inferiore, è senza dubbio una di queste personalità. La sua vita, fatta di lotte e impegno per il bene collettivo, racconta di un uomo che ha saputo emergere dalla difficile realtà del dopoguerra e della povertà, contribuendo attivamente alla ricostruzione e al consolidamento democratico, sociale e industriale dell’Italia. In pochi decenni, il nostro Paese passò dal devastante impatto della guerra a diventare la sesta potenza economica mondiale, grazie anche alla determinazione e all’impegno di una generazione che credeva nei principi sanciti dalla Costituzione del 1948.

Questa generazione, fortemente ispirata dai valori fondamentali della Carta Costituzionale, ha costruito le basi del welfare moderno. La Costituzione, infatti, aveva sancito che l’Italia fosse una “repubblica democratica fondata sul lavoro” e che il diritto al lavoro fosse garantito a tutti i cittadini, promuovendo le condizioni per renderlo effettivo. La lotta per i diritti dei lavoratori, per salari giusti, per condizioni più umane nei luoghi di lavoro, per il miglioramento del tenore di vita delle famiglie, fu il cuore pulsante di una stagione che culminò con l’approvazione dello Statuto dei Lavoratori nel 1970.

Galante Oliva fu un protagonista di questa stagione storica. Nato nel 1932, proviene da una famiglia modesta e vive una giovinezza segnata dalla morte prematura dei genitori, rispettivamente nel 1946 e nel 1949, quando aveva solo quattordici anni. Orfano e con la responsabilità di provvedere ai suoi quattro fratelli, Galante deve rimboccarsi le maniche fin da giovanissimo. A soli dodici anni inizia a lavorare in condizioni estremamente dure, come bracciante, operaio e cestaio, impegnandosi in turni estenuanti per salari minimi, ma senza mai perdere la speranza di un riscatto. In quegli anni, la miseria e lo sfruttamento erano all’ordine del giorno, ma proprio nel mondo del lavoro Galante trova una via di riscatto e l’occasione di maturare politicamente.

1° Maggio 1951. Si riconoscono: Napoletano, Oliva, Ruggiero

Fin da giovane, infatti, si avvicina all’attività sindacale e alla militanza politica, trovando nel Partito Comunista Italiano e nella CGIL gli strumenti per costruire un’identità politica e culturale che travalicava i confini della sua città. Con l’aiuto di mentori come Pietro Amendola, il giovane Oliva intraprende una carriera sindacale e politica che lo porterà a diventare uno dei più importanti esponenti del movimento operaio nella sua regione.

Dopo aver intrapreso il suo impegno sindacale, Galante Oliva diventa presto una figura di spicco nel panorama politico e sociale della sua città e della sua regione. La sua determinazione e la sua capacità di lottare per i diritti dei lavoratori lo pongono al centro di importanti battaglie, che spaziano dalla difesa dei diritti dei braccianti e degli operai, fino all’impegno per la modernizzazione della struttura economica del Meridione.

Nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta, Oliva si distingue per il suo instancabile lavoro al fianco degli operai delle fabbriche e dei contadini, chiedendo con forza una maggiore giustizia sociale. Le sue battaglie sindacali non si limitano solo a migliorare le condizioni lavorative, ma si estendono anche alla lotta per l’emancipazione dei più deboli e per la diffusione dei diritti civili. Galante Oliva è uno dei principali promotori della creazione di una rete di servizi sociali che possa garantire una vita dignitosa ai lavoratori e alle loro famiglie.

La sua passione per la politica lo porta ad assumere ruoli di responsabilità nelle organizzazioni sindacali, e presto entra a far parte di importanti commissioni nazionali, dove si fa apprezzare per la sua visione pragmatica e la sua capacità di dialogo. La sua lotta per il miglioramento delle condizioni lavorative lo porta anche a essere un forte sostenitore dell’adozione dello Statuto dei Lavoratori, una delle conquiste più significative della politica italiana del periodo.

Negli anni Settanta, il suo impegno si sposta anche sul piano regionale e nazionale, dove riesce a entrare in contatto con alcuni dei principali protagonisti della politica italiana dell’epoca, consolidando il suo ruolo di leader nel panorama politico meridionale. La sua figura, però, è anche quella di un uomo profondamente legato alle sue radici, che non dimentica mai da dove proviene e che dedica una grande parte della sua vita a migliorare la situazione delle classi sociali più svantaggiate nel Sud Italia.

Nonostante le sfide e le difficoltà personali, Galante Oliva non ha mai smesso di credere in un cambiamento radicale e positivo per il Paese, ed è stato un esempio di dedizione al servizio della comunità e di coraggio nel difendere i valori di giustizia e solidarietà. La sua eredità, ancora viva nei racconti di chi lo ha conosciuto e negli insegnamenti che ha lasciato alle generazioni future, rappresenta una testimonianza preziosa di un periodo storico in cui l’Italia ha vissuto grandi trasformazioni sociali e politiche.

Nel corso degli anni Ottanta, il suo impegno si fa più riflessivo, pur mantenendo una forte spinta verso il miglioramento delle condizioni dei lavoratori. Galante Oliva diventa uno degli interlocutori principali nelle discussioni relative alle riforme sociali e al welfare, promuovendo un sistema più inclusivo che possa rispondere alle esigenze di un Paese in trasformazione. A livello regionale, la sua figura acquisisce una grande autorità, e la sua capacità di mediazione e di sintesi tra le diverse anime del movimento sindacale lo porta a ricoprire ruoli di crescente rilevanza.

È in questo periodo che Oliva si confronta con le nuove sfide imposte dalla globalizzazione e dai cambiamenti del mercato del lavoro, ma non perde mai di vista gli obiettivi di giustizia sociale e di equità. La sua azione politica e sindacale diventa quindi sempre più orientata a salvaguardare i diritti dei lavoratori in un mondo che sta cambiando, sostenendo la necessità di una riforma che tenga conto delle nuove necessità economiche senza sacrificare i principi di solidarietà.

Gli anni Novanta segnano un periodo di importanti trasformazioni anche per il panorama politico italiano. Galante Oliva, pur rimanendo fedele ai suoi valori, è costretto a confrontarsi con il tramonto di una certa politica sindacale tradizionale e l’ascesa di nuove forze politiche e sociali. Nonostante i cambiamenti, Oliva riesce a mantenere un legame stretto con le sue radici e con la sua comunità, continuando a lottare per la dignità dei lavoratori e per un Sud che, purtroppo, continua a essere emarginato dalle dinamiche di sviluppo del Paese.

[⬆Torna sù⬆]


Biografia di Galante Oliva

Nasce a Nocera Inferiore (SA) il 16/08/32 da una famiglia di origini modeste. Il padre fa il contadino di mattina e l’operaio di pomeriggio mentre la madre Elisa è a casa ad accudire i figli. Una vita che parte subito in salita con una infanzia mai goduta a causa della guerra cui si aggiunge la tragica morte dei genitori nell’adolescenza: infatti a 14 anni rimane orfano per la morte prima del padre nel 1946 e poi della madre nel 1949. Galante rimane solo con 4 fratelli da mantenere e qui rivela già una sua precisa caratteristica , il pragmatismo : bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare, mentre i più piccoli andranno in collegio. La sua adolescenza è quella difficile del dopoguerra, quella in cui alla tragedia del conflitto armato si succedono difficoltà economiche, incertezze, nuove e vecchie diffidenze, dove niente era certo e tutto andava ricostruito, dove la miseria e lo sfruttamento erano la quotidianità.

Alle tragedie sociali ed affettive, come la perdita dei genitori e quella di qualche amico, Galante risponde imboccando la strada del riscatto attraverso il mondo del lavoro , dei nuovi amici ritrovati, della lotta di classe. Ed è proprio attraverso il lavoro che Galante inizia a misurarsi col mondo, trovando nei fermenti degli ambienti lavorativi spunti e sproni di crescita. Aveva iniziato a lavorare a 12 anni come cestaio e in estate come stagionale nelle aziende conserviere, in un’epoca dove non esistevano diritti ma solo lo sfruttamento dei padroni. Lui , non volendo accettare questo stato di cose, inizia ad organizzare le prime riunioni con gli altri operai, ma scoperto dal padrone fu licenziato e messo al bando dalle aziende locali perché considerato un “sobillatore” , cosa che per anni gli impedirà di trovare un lavoro. Galante raccontava che , dopo anni, il primo lavoro che riuscì a trovare fu su una montagna a girare la ruota che mandava acqua ai campi, lavoro che di solito veniva svolto dai muli ma le esigenze economiche della famiglia lo portarono ad accettare.

Ma proprio questa sofferta umiliazione lo indusse a maturare la decisione che lo accompagnerà per tutta la vita: porsi in prima persona per la difesa, il rispetto della dignità degli uomini, lottare per la salvaguardia delle classi più deboli affinché non subissero più soprusi e mortificazioni.

1° Maggio 1956. Si riconoscono: On. P. Amendola, Oliva

GLI ANNI DELLA FORMAZIONE
Inizia quindi il suo percorso formativo nel 1948 iscrivendosi al PCI e in una sua nota biografica dirà: “… vedevo nel PCI il solo strumento per poter migliorare le condizioni di vita dei lavoratori e quindi anche le mie, che lavoravo per 15 ore al giorno per 2 o 300 lire…” Il suo carattere fiero e volitivo si rivela anche in questo episodio: nel 1949, per protesta, non rinnovò la tessera di partito perché il segretario della sezione aveva detto “se ti iscrivi giocherai a carte con gli anziani” e lui si era offeso, aveva “solo” 17 anni. Ma nello stesso anno con la ricostituzione della FGCI fu nominato segretario del suo rione. Nel 1950 fu nominato nel direttivo del partito e nel 1951 ebbe una stella di bronzo per essersi distinto nel lavoro, e sempre in quell’anno meritò un’altra medaglia per il numero di iscritti nella FGCI più alto d’Italia. Nel 1953 entrò a far parte della segreteria provinciale di Salerno della FGCI e nello stesso anno diventò consegretario della Camera del Lavoro di Nocera Inferiore, nominato dal Sen. Gaetano Di Marino e dall’On. Feliciano Granati segretario della stessa CDL nel 1954. Nel 1953 aveva organizzato lo “sciopero a rovescio” , che consisteva nel lavorare senza retribuzione per dimostrare che non si voleva l’assistenza ma il lavoro. Nel 1954 cura l’organizzazione della lega braccianti, dei cestai e dei facchini in carovana.

1956 – Scuola Frattocchie Incontro con i familiari. Si riconosce: Oliva

Nel 1955 fino al 1958 partecipò alla scuola politica del PCI di Frattocchie, scrivendo nella biografia di presentazione che nel 1951 aveva già partecipato ad un corso politico di 28 giorni a Roccapiemonte (SA) di tipo interregionale “senza dare notizie ia casa per tutto il periodo” a dimostrazione della “caparbietà” di cui era capace.

LA LOTTA DELLE M.C.M.
Nel 1959 la prima grande battaglia sindacale, quella delle MCM : la più possente azione operaia del dopoguerra nel salernitano, una vicenda che lo vide tra i protagonisti e che portò all’occupazione della fabbrica contro i licenziamenti di centinaia di operai con una lotta che durò settimane e che vide non solo la partecipazione di tutte le forze politiche in modo trasversale ma anche l’aiuto fattivo della popolazione e di personaggi illustri. Si ricorda infatti la fattiva partecipazione del musicista napoletano Raffaele Viviani, che portò la solidarietà degli artisti napoletani agli occupanti.

La una lotta che ebbe un eco nazionale e che alla fine condusse alla piena conquista degli obiettivi voluti. Intanto nel 1956 viene eletto consigliere comunale nelle liste del PCI risultando il più giovane consigliere d’Italia, elezione che venne riconfermata anche per il mandato successivo.  Dal 1960 al 1965 è responsabile provinciale della FIOT- CGIL(tessili) e fa parte in questo periodo anche del Consiglio Direttivo della FIOT – CGIL nazionale, con questo ruolo nel 1961 è capo della delegazione italiana in Germania dell’Est dove visita le industrie tedesche, e dove partecipa, al fianco dei massimi esponenti sindacali tedeschi, alle celebrazioni del 1° maggio.

1959 Lotta M.C.M.  Si riconoscono Oliva, Granati, Rossi, Pucci, De Vito, Francesco

La coerenza e la determinazione di Galante Oliva si manifestò in occasione del proprio matrimonio.

Era il 1963 e in quegli anni la cultura cattolica non ammetteva e non accettava quella comunista, e chi professava una ideologia contraria a quella clericale non poteva usufruire dei sacramenti ecclesiastici, che dovevano invece per misericordia di dio essere concessi a tutti, quindi il battesimo, la comunione, il matrimonio erano vietati dalla chiesa. Questo accadde anche a Galante il quale dovendo sposarsi con Daniele Biagina, allora anch’essa dirigente provinciale del PCI e dell’UDI, andò in chiesa per sapere le carte da fare ma qui il prete, che lo conosceva, disse “io non vi sposerò mai se prima non abiurate la vostra dottrina comunista”, si rivolsero al vescovo il quale nonostante si mostrasse di idee più aperte del suo sottoposto dovette confermare il no per ordini superiori. Oliva non si perse d’animo e non solo disse chiaramente e pubblicamente che non avrebbero mai abiurato il comunismo, ma che avrebbero celebrato il loro matrimonio in Municipio. Così il 29 settembre del 1963 Galante e Biagina si sposarono in Municipio di Nocera Inferiore il rito civile fu celebrato dall’On. Pietro Amendola, testimone fu l’On. Feliciano Granati, alla cerimonia parteciparono centinaia di compagni arrivati da tutta la regione in segno di solidarietà nei confronti della coppia nocerina, il matrimonio fu considerato uno scandalo e visto come un evento, né parlarono giornali nazionali, per come tutto si era svolto e perché era uno dei primi matrimoni civili nel mezzogiorno d’Italia. Dal 1965 al 1968 fa parte della segreteria provinciale della FILLEA-CGIL(edili). Dal 1968 al 1976 è segretario della Camera del Lavoro della CGIL dell’Agro Nocerino Sarnese ed è in questo periodo, nel pieno della sua maturità personale e sindacale ed in una situazione di congiuntura economica negativa che si pone a capo di due momenti importanti nella città di Nocera Inferiore.

LA SEDE DELLA CGIL

Nel primo caso si fa promotore insieme ad altri operai dell’acquisto della sede comprensoriale della Camera del Lavoro di Nocera Inferiore, attraverso una quota mensile pagata direttamente dallo stipendio, e si è parlato anche di contributi di industriali illuminati del luogo, fatto sta che la sede è ancora lì. La valenza politica della cosa è evidente: il possedere una sede propria permise agli operai di avere un posto da dove nessuno avrebbe potuto cacciarli, come invece era accaduto in passato, e quindi dimostrare la forza dei lavoratori e del sindacato che si ponevano come baluardo contro le ingiustizie e i soprusi.

LA LOTTA DELLA “GAMBARDELLA
Il secondo episodio si sviluppò nella metà degli anni ’70: si pone a capo di una lotta che rimarrà nella storia della città, anche questa con ripercussioni nazionali e che lo porterà a rischiare la vita essendo stato minacciato dalla criminalità organizzata, tanto da indurlo a portare la famiglia in posti sicuri, e a vivere per mesi sotto scorta di centinaia di operai che a turno lo proteggevano. Simili episodi di solidarietà , legati a questi momenti critici, sono manifestazione di quello che era capace di esprimere il movimento operaio e costituiscono una altissima pagina morale. La vicenda in questione riguardava l’azienda conserviera dei f.lli Gambardella, di origine calabrese e venuti a Nocera con la sbandierata promessa di dare lavoro, ma che successivamente manifestarono le loro reali intenzioni. Infatti l’operazione si rivelò una truffa che alla fine mise in ginocchio l’azienda stessa determinando centinaia di licenziamenti. Le forze sindacali, quelle politiche e le istituzioni si opposero con scioperi, occupazione della fabbrica e della sala giunta del municipio, decretando alla fine la vittoria con il ritorno al lavoro dei licenziati.

GLI ANNI DELLA “PENSIONE”
Dal 1976 fino al 1993 anno in cui andrà in “pensione” avrà un nuovo incarico diventando amministratore della CGIL di Salerno, ma nel frattempo era gia diventato membro del comitato provinciale dell’INPS dal 1970 al 1980, e alla fine degli anni ’70 fu promotore ed organizzatore del SIULP (sindacato di polizia) salernitano, facendo la spola tra Roma e Salerno in gran segreto, visto che non era permesso per i militari avere un sindacato, diventandone il segretario provinciale fino all’inizio anni ’80. Nello stesso periodo fu anche protagonista dell’acquisto della sede della CGIL di Salerno e di quella di Battipaglia. Dal 1993 si è intensamente occupato di cooperativismo in qualità di membro del CdA della Coop Campania,membro del direttivo della Lega Coop regionale e Presidente di una cooperativa di edilizia agevolata, realizzando il sogno di una casa a decine di famiglie, carica che ha tenuto fino alla sua morte. Anche in ambito partitico il suo impegno è stato costante ed è rimasto nella politica attiva facendo parte prima degli organismi dirigenti del PCI, poi dopo la svolta della Bolognina nel 1989 si è iscritto al PDS ed infine ai DS, continuando anche se in una posizione e un ruolo diverso a dare il proprio contributo. Nel 2004 il suo orgoglio fu quello di organizzare la consegna della cittadinanza onoraria all’On. Pietro Amendola, per il suo impegno nella città di Nocera Inferiore di cui era stato consigliere per più legislature, schierandosi sia fisicamente che con atti parlamentari per la risoluzione dei problemi dell’agro sarnese nocerino. Il legame con Amendola risaliva agli anni della ricostruzione quando era stato suo mentore e formatore sia politico-sindacale che umano ; basta ricordare che Amendola aveva celebrato il suo matrimonio con il rito civile . Negli anni successivi questo rapporto umano si era consolidato determinando quell’insieme di stima, rispetto e amicizia che è rimasto immutato nel corso di oltre 50 anni, amicizia testimoniata in una lettera inviata alla famiglia di Galante alla sua morte avvenuta il 23 febbraio del 2006 a Nocera Inferiore.

Con una delibera approvata dalla giunta comunale di Nocera Inferiore e ratificata dal Sindaco A. Romano, Galante Oliva è stato sepolto nel Cimitero di Nocera Inferiore tra le personalità illustri, per aver svolto la propria attività sindacale in difesa dei ceti meno abbienti dando lustro alla città stessa.

Fonte https://www.istitutogalanteoliva.it/

[⬆Torna sù⬆]


Istituto Galante Oliva

L’Istituto Galante Oliva, fondato nel 2007 a Nocera Inferiore (SA) da un gruppo di appassionati di storia, si propone come punto di riferimento per raccogliere, conservare e valorizzare testimonianze e documenti legati a quelle persone comuni che, pur sconosciute alle masse, hanno contribuito a diffondere valori sociali e diritti fondamentali, diventando pilastri della società moderna. L’Istituto si concentra sulle fonti dirette e documentate, arricchendo la ricerca con ricordi personali, tradizioni orali e archivi privati, elementi preziosi per illuminare storie spesso trascurate. 

La missione dell’Istituto nasce dalla volontà di recuperare il vasto patrimonio documentale conservato nelle famiglie: foto, libri, documenti o notizie che spesso giacciono dimenticati in soffitte e bauli, o addirittura sconosciuti. Partendo da un nome, un luogo o una data, è possibile riscoprire storie che contribuiscono a ricostruire le radici familiari e, con esse, la memoria collettiva, aprendo nuovi orizzonti di conoscenza soprattutto per le giovani generazioni. 

[⬆Torna sù⬆]


Invito a condividere la memoria storica


Invitiamo tutti a condividere materiali e testimonianze: ogni frammento di memoria può essere il punto di partenza per ricostruire narrazioni più ricche e complete. Dopo un’attenta verifica, i contributi saranno organizzati e resi accessibili sul sito www.istitutogalanteoliva.it, nelle sezioni biografie o pubblicazioni, e valorizzati attraverso il nostro giornale online Polis SA Magazine e le piattaforme social collegate.

Chi fosse interessato può inviare il materiale via email a istitutogalanteoliva@gmail.com.

Grazie all’uso della tecnologia e dei canali social, l’Istituto supera confini ideologici e territoriali, creando una rete di condivisione e valorizzazione delle storie locali e nazionali. Attraverso questo approccio, l’Istituto non solo preserva la memoria storica, ma coinvolge attivamente il pubblico nella ricerca, contribuendo a delineare un quadro più ricco e sfaccettato della nostra storia condivisa. 

[⬆Torna sù⬆]

Polis SA Magazine/Istituto Galante Oliva

image_printDownload in PDF