
“Isernia: la Terra del Sacramento” torna in scena con la compagnia Cast
Salvatore Mincione Guarino adatta per il teatro il romanzo di Francesco Jovine
“Isernia: la Terra del Sacramento” è la nuova pièce teatrale proposta dalla compagnia Cast che torna a calcare le scene dell’Auditorium “10 Settembre 1943”. Il regista Salvatore Mincione Guarino si ispira al romanzo storico dello scrittore molisano Francesco Jovine Le terre del Sacramento per risaltare l’importanza delle proprie radici e l’attaccamento alle terre natìe.
Di Silvia De Cristofaro
Agli albori del difficile periodo fascista, quando si tenta di ribellarsi ai soprusi dei proprietari terrieri, in una cittadina nata dall’immaginazione dello scrittore, saggista e giornalista molisano Francesco Jovine, vi sono le terre del Sacramento, possedute da un velleitario e impenitente giocatore, di professione avvocato, Enrico Cannavale, soprannominato “capra del diavolo”. Si tratta di un’ex rendita ecclesiale che i contadini rifiutano di coltivare perché ritengono maledetti quei terreni.
Calena, identificata con la cittadina di Isernia secondo quanto scritto all’interno della recensione del 1950 al romanzo di Jovine da parte di Luigi Russo, è un luogo periferico ibernato in una realtà lontana dagli accadimenti del resto d’Italia, in cui i diversi personaggi, feudatari e contadini, si scontrano tra di loro con le proprie furbizie ed ingenuità.

Lo scrittore Jovine, originario di Guardialfiera in provincia di Campobasso, descrive bene la sua terra e attentamente ne risalta le tradizioni, le abitudini, la sapienza contadina che cerca di combattere le avversità. Gli vale il premio Viareggio per questo romanzo, pubblicato postumo, perché il saggista muore qualche tempo prima della pubblicazione di un’opera che verrà poi considerata uno dei suoi massimi capolavori.
Calena è dunque ancora un villaggio montuoso che non ha una fisionomia definita e che vive di tradizioni feudali, di passioni per la propria terra, a cui si è legati tanto da combattere una povertà opprimente per non staccarsi da luoghi cari all’anima.
La penna arguta del regista e attore Salvatore Mincione Guarino, che da diverso tempo dirige magistralmente il centro artistico di sperimentazione teatrale C.a.s.t. ad Isernia, trasforma il romanzo di Jovine in una trasposizione teatrale adattandola al palcoscenico dell’Auditorium “10 Settembre 1943”.

Si alza il sipario domenica 16 febbraio, con inizio alle 18, per narrare le vicende di un mondo silenzioso, caratterizzato da sacrifici e speranze, che si contrappongono all’arroganza e alle ingiustizie.
Il vissuto dell’avvocato Cannavale, che non è in grado di occuparsi delle proprie terre, giocatore incallito e incosciente, si intreccia con l’ambizione di Laura De Martiis, scaltra e determinata moglie, che si occuperà di quei possedimenti riportandoli all’antico splendore.
Luca Marano, giovane senza mezzi e laureando in legge, è il protagonista positivo della vicenda perché, mosso da nobili aspirazioni, difenderà i contadini di Calena, ingannati da Laura, per rivendicare il possesso di quelle terre con un’occupazione dei braccianti che fa emergere il coraggio che nasce dal diritto al riscatto. La terra, il feudo, appartiene a chi sacrifica la propria esistenza col sudore della fatica.
Sedici gli interpreti diretti da Mincione Guarino, con la scenografia realizzata da Mattia Rodi e la fotografia di Pino Manocchio: Pietro Ranieri, Simona Gagliardi, Silvio Di Sandro, Asia Franceschelli, Vittoria Izzi, Pasquale Marcucci, Antonello Buondonno, Roberto De Martino, Francesca Mascio, Giorgia Valeri, Dario Palumbo, Miriam Zullo, Niccolò Pontarelli, Eugenio D’Onofrio, Luigi Conti e Giovanni Gazzanni.

Per la prenotazione ed il ritiro dei biglietti è possibile rivolgersi presso il foyer dell’Auditorium in corso Risorgimento ad Isernia, in questi giorni o direttamente prima della rappresentazione di domenica pomeriggio.
Le intenzioni del regista nella riscrittura del testo sono quelle di presentare al pubblico l’antica realtà contadina, la vita genuina del Meridione, che poi avrebbe affrontato il regime fascista.
Ed infine, ci sembra lodevole l’intento di portare alla ribalta l’intellettuale Jovine, che della sua passione civile, della sua ribellione per conquistare libertà e dignità, ne ha fatto uno stile di vita e di scrittura.
(foto copertina: Nuovo Auditorium di Isernia_fonte_https://censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it/)
Silvia De Cristofaro
Vicecoordinatore Nazionale di redazione/Coordinatrice Centro Italia