Gio. Apr 17th, 2025

Cyberbullismo: odio virtuale, tragedie reali

L’impatto devastante del cyberbullismo sulla vita dei giovani.


Negli ultimi anni, il fenomeno del cyberbullismo ha assunto proporzioni allarmanti e continua a crescere, con conseguenze devastanti per molti giovani. Insulti, minacce, diffusione di contenuti privati senza consenso: tutto avviene nel mondo digitale, spesso senza che gli adulti se ne accorgano. Le vittime, lasciate sole in un vortice di vergogna e paura, possono arrivare a gesti estremi, fino al suicidio.

Ciò che una volta si esauriva tra i banchi di scuola oggi si amplifica nei social network, nei gruppi WhatsApp, nelle chat private. Il cyberbullismo non ha confini né pause: segue la vittima ovunque, trasformando la quotidianità in un incubo costante. Il fenomeno è in crescita, anche grazie alla diffusione dei social media e delle piattaforme di messaggistica, che espongono sempre di più i giovani a situazioni di bullismo online. Le interazioni digitali non sono più limitate a scuola o in ambienti fisici, ma avvengono in qualsiasi momento, rendendo la vittima vulnerabile 24 ore su 24.

I dati parlano chiaro: il 32% degli studenti italiani, corrispondente a oltre 800.000 giovani, ha subito atti di cyberbullismo, con l’invio di insulti in chat di gruppo tra le modalità più comuni di aggressione (Ministero dell’Istruzione, 2023). Le vittime riportano spesso una perdita di autostima, con il 38% che segnala anche ansia sociale e attacchi di panico. Inoltre, l’11% dei ragazzi ha vissuto minacce online (Istituto Superiore di Sanità, 2023).

Uno degli aspetti più inquietanti del cyberbullismo è la sua dinamica di gruppo. Gli aggressori spesso agiscono supportati da una folla silenziosa che osserva senza intervenire. Il “like” a un commento offensivo, la condivisione di un meme umiliante, il mancato sostegno alla vittima: sono tutte azioni che alimentano il dolore e il senso di solitudine.

Numerosi casi di cronaca dimostrano che il cyberbullismo può essere un fattore scatenante per il suicidio tra gli adolescenti. Il senso di impotenza, l’assenza di un supporto adeguato e la vergogna portano alcuni giovani a non vedere altra via d’uscita. Il problema è aggravato dal fatto che molti ragazzi non parlano di ciò che subiscono, temendo ritorsioni o l’incomprensione degli adulti. È allarmante notare che il 21% delle vittime di cyberbullismo ha avuto pensieri suicidi (Ministero della Salute, 2023). Inoltre, sono stati registrati 3.870 suicidi in Italia, con un aumento nella fascia di età 15-34 anni rispetto agli anni precedenti (Istituto Nazionale di Statistica, 2023).

La prevenzione passa attraverso diversi livelli. È fondamentale insegnare ai giovani il rispetto online e le conseguenze delle loro azioni. Genitori, insegnanti e istituzioni devono essere pronti a intercettare i segnali di disagio e offrire aiuto. Le piattaforme social devono essere più responsabili nel contrastare l’odio e i comportamenti lesivi. Garantire servizi di aiuto accessibili per chi è vittima di bullismo online è essenziale per evitare che il dolore si trasformi in tragedia.

Il cyberbullismo non è un gioco né un fenomeno da sottovalutare. Ogni parola, ogni azione conta. Rompere il silenzio, offrire sostegno e creare una cultura del rispetto è l’unico modo per spezzare questa catena di dolore e salvare vite.
Le fonti dei dati citati sono : Ministero dell’Istruzione – Istituto Superiore di Sanità – Ministero della Salute – Istituto Nazionale di Statistica)

Antonello Rivano



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