Mar. Lug 8th, 2025

L’altare prenuragico di Monte d’Accoddi: un monumento unico nel Mediterraneo Occidentale

La ziqqurat sarda tra riti e mistero


Altare Prenuragico di Monte d’Accoddi

Di Antonello Rivano

L’Altare prenuragico di Monte d’Accoddi, situato nella piana di Sassari, a breve distanza dal mare, rappresenta un unicum archeologico non solo in Sardegna ma in tutto il Mediterraneo occidentale. Questo monumento imponente, che ricorda le ziqqurat mesopotamiche del III millennio a.C., si distingue per la sua caratteristica forma tronco-piramidale e per la lunga rampa di accesso che conduce alla sommità. La sua straordinaria struttura testimonia la presenza di un complesso cerimoniale di grande rilevanza per le popolazioni prenuragiche dell’isola.

Foto_Cristiano Cani_©CC BY-SA 3.0

Le Due Fasi Costruttive del Tempio

Gli scavi archeologici condotti a partire dalla metà del Novecento hanno permesso di identificare due fasi principali di costruzione dell’altare, entrambe riconducibili a epoche diverse del Neolitico e dell’Eneolitico.

Lastrone con colatoio e fori passanti, utilizzato probabilmente come altare sacrificale Foto_Gianni Careddu_©CC BY-SA 3.0

La prima fase, databile intorno al 3000 a.C., corrisponde al cosiddetto “Tempio Rosso”, una struttura rettangolare edificata durante la fase avanzata della Cultura di Ozieri. Questa costruzione presentava un sacello intonacato e dipinto di ocra rossa, tracce del quale sono ancora visibili sul pavimento e su alcuni resti murari. Il tempio era parte di un insediamento più ampio, sviluppatosi nella seconda metà del IV millennio a.C., connesso a un’area sacra megalitica comprendente menhir, lastre sacrificali e blocchi sferoidi dall’incerto significato simbolico.

Monte d’Accoddi, ipotesi di ricostrizione Foto_Daniel Ventura _© CC BY-SA 4.0

Successivamente, intorno al 2800 a.C., il “Tempio Rosso” venne distrutto, forse a causa di un incendio, e al suo posto venne edificata una nuova struttura monumentale con un profilo a gradoni. La costruzione di questa seconda fase fu realizzata inglobando e rafforzando il precedente edificio con un’incamiciatura muraria in grandi blocchi di calcare, conferendo al monumento l’aspetto attuale.

La Funzione del Santuario e il Contesto Archeologico

Monte d’Accoddi non era solo un luogo di culto ma probabilmente fungeva da centro cerimoniale per le popolazioni prenuragiche della Sardegna. Il suo ruolo era quello di “luogo alto”, uno spazio sopraelevato dove le comunità si riunivano per celebrare rituali, forse legati alla fertilità e alla natura. A supporto di questa ipotesi, nelle vicinanze dell’altare sono stati rinvenuti diversi elementi rituali, tra cui un grande lastrone di pietra interpretato come un altare sacrificale e vari menhir, che potrebbero aver avuto una funzione simbolica o religiosa.

Il menhir e, sulla destra, l’altare Foto_Gianni Careddu_©CC BY-SA 3.0

Intorno al santuario si sviluppava un vasto villaggio, che comprendeva edifici di diversa funzione. Tra questi spicca la cosiddetta “capanna dello stregone”, un ambiente che potrebbe aver ospitato un’autorità religiosa o uno sciamano. La presenza di strutture abitative dimostra che il sito non era solo un luogo sacro isolato, ma un vero e proprio “villaggio-santuario”, frequentato per secoli da diverse comunità.

Pietre sferiche, forse simboleggianti il Sole e la Luna Foto_Gianni Careddu_©CC BY-SA 3.0

L’abbandono definitivo del sito sembra risalire a un periodo compreso tra il 2000 e il 1800 a.C., in concomitanza con il declino delle culture eneolitiche e l’avvento della Cultura di Bonnanaro, fase iniziale dell’Età del Bronzo in Sardegna. A testimonianza di questo passaggio culturale, è stata rinvenuta una sepoltura infantile risalente proprio a questo periodo.

Monte d’Accoddi Oggi

Oggi il complesso archeologico di Monte d’Accoddi è gestito dal Comune di Sassari, che si occupa della sua valorizzazione e fruizione turistica. Il sito rappresenta una tappa imprescindibile per chiunque voglia approfondire la conoscenza delle antiche civiltà della Sardegna e il loro rapporto con il sacro.

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Grazie ai lavori di scavo e di restauro, il monumento è visitabile e offre ai turisti e agli studiosi l’opportunità di immergersi in una delle testimonianze più affascinanti del passato preistorico dell’isola.
(Foto di copertina_Ángel M. Felicísimo_©LicenzaCreative Commons Attribution 2.0)  

Antonello Rivano

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