Mimmo Oliva ripercorre la “Grande Storia” di un “Piccolo Uomo” dell’agro nocerino, suo padre, Galante Oliva, con racconti brevi veloci e parole dirette. E’ lo stesso Galante Oliva, deceduto nel 2006, importante esponente della vita politica e sindacale dell’agro nocerino sarnese dal dopoguerra in poi, a raccontare in prima persona l’impegno politico, la militanza sindacale, la lotta per il riconoscimento di “diritti” dei lavoratori considerati oggi “acquisiti e sicuri”! Sono “i frammenti di vita” di un uomo semplice, di una figura “minima” della Storia raccolti dal suo archivio cartaceo e vocale nascosto in “una soffitta e in una scatola di scarpe”! La sua vita è un susseguirsi di tappe nell’evolversi della vita politico – sindacale di Nocera Inferiore… Figlio di braccianti agricoli, orfano in giovane età e rimasto solo a sfamare quattro fratelli, assiste alla distruzione della Guerra e alla ricostruzione del Dopoguerra impegnato nella lotta per la conquista dei diritti dei lavoratori.
“Avevo, adesso, uno scopo nella vita, una speranza, finalmente.” Entra nel mondo del lavoro come cestaio, poi come operaio conserviero, le prime lotte sindacali, la CGIL, il PCI, diviene Consigliere Comunale del PCI e nel contempo segretario della Camera del Lavoro di Nocera, la lotta per i braccianti agricoli, l’amicizia con l’onorevole Pietro Amendola, figlio di Giovanni. Le lotte nella MCM e contro i F.lli Gambardella, calabresi venuti a Nocera Inferiore con la promessa di dare lavoro! “La nostra resistenza l’abbiamo combattuta, eccome. Nelle fabbriche, nelle terre, tra di noi”. Un uomo che, nel 1959 “anno del miracolo industriale”, nuovamente responsabile della Camera del Lavoro di Nocera Inferiore, fu in prima linea per l’occupazione delle MCM e nella lotta contro i licenziamenti di centinaia di lavoratori! “Fu una lotta, una resistenza continua, fisica e mentale”. “Dopo 17 giorni durissimi … il governo Rumor assumeva un impegno di attività sostitutiva dei licenziati delle MCM. Le MCM. Una storia continua di licenziamenti.” Mimmo Oliva nel suo libro “Il ritorno di Paddy Garcia” accomuna la figura “reale” di Galante Oliva a quella di Paddy Garcia personaggio di “fantasia” tratto da un brano musicale dei Modena City Ramblers che “col suo cavallo marrone … cavalcava veloce come il vento”.
“Se qualche uomo sta lottando per un ettaro di terra, una casa, una scuola o per sfamarsi … se qualche uomo si è stancato di girare a capo chino … In quel momento e in quel posto puoi trovarmi … Non sto facendo questa guerra per la fede in un partito … Non combatto per servire una bandiera … Ma per lo sguardo stupito e gli occhi dolci dei bambini”. “E lo dicono gli uomini seduti dentro al bar … lo cantano i bambini nella piazza del mercato …. Paddy Garcia è tornato … Si raccontano le storie e i vecchi ridono contenti. Poi è sparito dicendo “Tornerà il nostro momento.”
Paddy Garcia è la leggenda di chi non smette di sognare, è il piccolo uomo che lotta contro le ingiustizie e che porta alla ribalta i “valori” che non esistono più e di cui si auspica il ritorno in un epoca di aridità ideologica, sociale e culturale. La sua voce è quello di ogni uomo che lotta per gli ideali di giustizia e di solidarietà! Galante Oliva, personaggio della storia locale “vero e giusto”, diventa una figura “romanzesca” ricollegabile facilmente a figure come il “Berardo Viola” in Fontamara di Ignazio Silone, l’eroe del paese, altruista, il primo a sacrificarsi tra i “cafoni” per il bene della collettività, sfruttati e tenuti nell’ignoranza dal nuovo regime che li induce lavorare in modo duro ed estenuante. Nel contempo è l’antitesi degli “ignavi” dell’Antinferno dantesco, l’opposto della figura manzoniana di Don Abbondio “vaso di terracotta costretto a viaggiar in compagnia di molti vasi di ferro” e contrapposto al “personaggio inetto” della Coscienza di Zeno. In Galante Oliva, infatti, negli anni della sua militanza si scorge la scintilla della ribellione, l’ansia di denuncia di ogni ingiustizia, il desiderio di lottare per il riconoscimento dei diritti irrinunciabili dei lavoratori e per la dignità di ogni uomo. E come ha scritto l’onorevole Pietro Amendola alla Biagina del compagno Oliva: “Possa tu serbare intatta l’onorata memoria di tutto quello che di vero e di buono il tuo Galante ha realizzato e rappresentato nella società civile e nella Famiglia”.
di Nicoletta Lamberti