Nato il 21 Aprile del 1916 da genitori braccianti, a sei anni incomincia ad andare a scuola ma dopo 18 giorni, è costretto ad abbandonare gli studi per la morte del padre per un incidente sul lavoro. Secondo di quattro figli incomincia a lavorare, fino alla infanzia e parte della gioventù fino a quando il 25 marzo del 1938 quando viene arrestato. Salvatore Manzo nasce a Capocasale, quartiere storico nocerino, che rappresentava anche una cellula comunista all’interno della città. Partecipa nel ’40 alla guerra di Francia sul Monviso, nel 1941 combatte contro i greci a Durazzo e nel 1942 a Pristina il Albania. Nel 1943 tenta di scappare per ritornare a casa ma ripreso ritorna in Grecia. Nel maggio del 1943 Manzo viene catturato dai tedeschi che lo deportano nel campo di concentramento di Norimberga, dove rifiuta di schierarsi al fianco dei nazifascismi. Nello stesso anno si ammala di malnutrizione e finisce in ospedale, colpito l’ospedale in un bombardamento viene tratto in salvo. Il 13 Aprile del 1944 preso dalla sconforto tenta il suicidio gettandosi dalla finestra dell’ospedale. Il 5 Marzo del 1945 viene messo su un treno e rispedito in patria, al confine con il Brennero il treno viene fermato perché i binari sono saltati. I malati rispediti a Norimberga dei quali 25 muoiono. Ha segnato la storia della Nocera operaia, per certi versi, dalla fine degli anni 40 al ‘68 Leader del PCI e del movimento operaio. Consigliere comunale dal 1952 al 1968, Assessore nella Giunta Angrisani nel 1953, Segretario Provinciale FIOT, tra i protagonisti dell’occupazione delle MCM. Ottenne l’impegno del Governo e del Ministero della Partecipazioni statali a costruire una nuova fabbrica (la Mecon, Meridionale confezioni) che successivamente avrebbe dato lavoro a centinaia di giovani. Negli anni ’60 fondò e diresse la Lega dei conservieri della CGIL ponendosi a capo delle lotte contadine, a lui si deve anche la riapertura della strada che da Chivoli porta a San Mauro. Salvatore Manzo muore il 27 Giugno del 2000.