Dom. Ott 13th, 2024

I social battono la TV di Stato: il caso Boccia-Sangiuliano e la rivoluzione digitale

Come la viralità dei social ha superato la televisione pubblica nella gestione delle crisi e cosa significa per il futuro dell’informazione


ll caso Boccia-Sangiuliano, oltre a suscitare scalpore nei media, ha messo in luce una dinamica sempre più evidente: i social media stanno superando i mezzi di informazione tradizionali nella capacità di influenzare il dibattito pubblico. L’ormai ex ministro della Cultura ha cercato di sfruttare al massimo il potere del TG1 per difendere la propria immagine. Tuttavia, quello che una volta era considerato il mezzo di comunicazione di massa più efficace sembra ormai perdere forza rispetto alla rapidità e alla capillarità dei social network. La TV pubblica, infatti, non è riuscita a contrastare la potenza dei post su Instagram della “mancata assistente”, che sono diventati virali in un batter d’occhio, contribuendo in modo decisivo al crollo della credibilità del ministro stesso.

Questa vicenda è un esempio lampante del cambiamento in corso: mentre in passato i telegiornali e i quotidiani erano i principali veicoli di informazione e formazione dell’opinione pubblica, oggi la velocità di diffusione e la capacità di creare engagement dei social media li hanno resi strumenti più efficaci, soprattutto nelle crisi di immagine. Il pubblico tende sempre più a cercare informazioni in rete, dove le notizie circolano liberamente, vengono condivise, commentate e spesso distorte, ma raramente ignorate.

Il crescente predominio dei social media solleva interrogativi sul futuro dei media tradizionali. Stiamo assistendo a un cambiamento di paradigma in cui i canali di comunicazione tradizionali come la TV, quella pubblica in particolare, potrebbero perdere il loro ruolo centrale? Oppure è una fase di adattamento in cui media tradizionali e social network coesisteranno, con funzioni diverse?

È chiaro che la maggiore accessibilità e rapidità dei social comportano anche rischi significativi. La viralità delle notizie non garantisce sempre la loro accuratezza, e la diffusione rapida sui social può causare danni irreversibili prima che emergano i fatti veri. In un contesto in cui chiunque può diventare creatore di contenuti e influenzare l’opinione pubblica, l’informazione rischia di diventare sempre più polarizzata e frammentata.

Questo episodio non è isolato, ma rappresenta un chiaro segnale di un cambiamento più profondo nelle dinamiche del potere mediatico. Se la televisione, nel caso specifico una vera e propria ‘TV di Stato’, non si adatterà alle nuove regole della comunicazione digitale, rischia di diventare sempre più irrilevante nel dibattito pubblico. Nel frattempo, i social media continuano a espandersi, dimostrandosi lo strumento più efficace per chiunque voglia plasmare, influenzare o persino distruggere reputazioni in tempo reale.

Antonello Rivano
Direttore di redazione/coordinatore nazionale Polis SA Magazine



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