Mar. Lug 8th, 2025
verso i referendum

Verso i referendum – Cosa si vota, cosa cambierebbe (3)

Referendum 3 – Licenziamenti: reintegro solo con l’indennizzo? Il terzo quesito propone di uniformare le tutele in caso di licenziamento…

L’8 e 9 giugno 2025 gli italiani saranno chiamati a esprimersi su cinque quesiti referendari abrogativi. I temi spaziano dal lavoro alla cittadinanza, con l’obiettivo di modificare o cancellare norme attualmente in vigore. In questa serie di articoli, Polis presenta ogni settimana un approfondimento su ciascun referendum: cosa dice il quesito, da dove nasce, cosa accadrebbe in caso di vittoria del Sì o del No.
Vedi tutte e cinque gli articoli di “Verso i Referendum”


Referendum 3 – Licenziamenti: reintegro solo con l’indennizzo?

📄 Il testo del quesito sulla scheda
«Volete voi l’abrogazione dell’articolo 18, comma 3, del testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, limitatamente alle parole: “nonché del licenziamento causato dalla domanda o dalla fruizione del congedo di paternità”?»


Cosa chiede il quesito
Il terzo quesito referendario riguarda le tutele previste per i lavoratori padri in caso di licenziamento illegittimo.
Attualmente, la legge prevede che se un lavoratore viene licenziato a causa della richiesta o della fruizione del congedo di paternità, il giudice possa disporre il reintegro nel posto di lavoro.
Il referendum propone di abrogare questa tutela specifica. Se il quesito venisse approvato, il lavoratore licenziato per questo motivo non avrebbe più diritto automatico al reintegro, ma potrebbe ottenere un’indennità economica, come previsto per la maggior parte dei licenziamenti illegittimi nel settore privato dopo il Jobs Act.

Origine della proposta
Il quesito è stato promosso dalla CGIL insieme agli altri quattro referendum sul lavoro. Secondo il sindacato, l’attuale disciplina produce un trattamento disomogeneo tra lavoratrici e lavoratori, e il reintegro obbligatorio dovrebbe valere anche in altri casi.
La proposta vuole spingere il legislatore ad affrontare complessivamente il tema delle tutele contro i licenziamenti illegittimi, superando la frammentazione normativa introdotta dal Jobs Act (2015), che ha ridotto il ricorso al reintegro tranne in casi specifici come questo.

Cosa succede se vince il Sì
Se dovesse prevalere il Sì, verrà abrogata la previsione del reintegro per i padri licenziati a causa della richiesta o della fruizione del congedo di paternità.
In questi casi, come per la maggior parte dei licenziamenti illegittimi oggi regolati dal Jobs Act, il lavoratore avrà diritto a un’indennità risarcitoria, ma non potrà essere reintegrato automaticamente nel posto di lavoro.
Per i promotori, è un passo verso una riforma più ampia delle tutele contro i licenziamenti, da estendere anche ad altri casi. Per i critici, si tratterebbe invece di un arretramento delle garanzie per i padri lavoratori, che si vedrebbero privati di una protezione importante in un momento delicato della vita familiare.

Cosa succede se vince il No
Se vincerà il No, resterà in vigore la norma attuale, che prevede il reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento causato dalla richiesta o dall’utilizzo del congedo di paternità.
Si tratta di una misura pensata per tutelare la genitorialità maschile, promuovendo una maggiore equità nella condivisione delle responsabilità familiari e scoraggiando comportamenti discriminatori da parte dei datori di lavoro.

Come si vota
Il referendum si svolgerà nelle giornate di domenica 8 e lunedì 9 giugno 2025. Gli elettori riceveranno una scheda (di colore diverso per ciascun quesito), su cui sarà riportato il testo integrale del quesito referendario.
Per esprimere il proprio voto, si dovrà tracciare una croce su “Sì” (per abrogare la norma) oppure su “No” (per mantenerla in vigore).
Perché il referendum sia valido, è necessario che partecipi al voto almeno il 50% degli aventi diritto. In caso contrario, anche un’eventuale vittoria del Sì non produrrà effetti giuridici.

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