Il lavoro letterario di Gaetano D’Andrea “La setta angelica”, pubblicato nel 2014 dalla casa editrice Europa Edizioni, si snoda attraverso il racconto di elementi diversi tra di loro la realtà e il surreale, la leggenda e la storia a cui egli inserisce una componente autobiografica attraverso cui narra le vicissitudini scritte. Il centro in cui tutto si svolge è il Borgo, paesino dell’entroterra siciliano in cui le classi sociali si incontrano e scontrano. Il circolo del Borgo diventa emblema della differenza di classe tra ricchi e poveri, tra i vari mestieri evidenziando le contraddizioni del paese stesso, scrivendo di fatti e di uomini comuni, dallo stagnino come del ragioniere, dell’avvocato come del contadino. Narra di Iole una ragazza di origine toscana che arriva in Sicilia seguendo il proprio amato accorgendosi che l’ha ingannata fingendosi un benestante, lei lo punirà diventando l’amante di molti uomini del paese. Una fase molto ampia è dedicata dall’autore, tanto da sembrare un viaggio introspettivo e parzialmente autobiografico, al giovane Andrea al quale viene affidato il compito di narrare la storia. Tutto avviene in modo surreale infatti trovandosi in una fila di persone che non si muove cerca di capire il perché ed all’improvviso incomincia a volare pur non avendo le ali. Passeggia nel cielo e tra le nuvole, seguendo la fila, si ritrova nel proprio passato e rivive da un’altra angolazione il suo vissuto. Ritornerà nei luoghi conosciuti il suo salone in festa, l’albergo anonimo dove incontra uomini politici, la parte più emozionante e varia è quella in cui in una stanza rivedrà le donne della propria vita, i figli e le persone che non ha dimenticato. Tutto avverrà raccontando storie che esprimeranno i suoi rimpianti, i rancori ma anche le gioie e la malinconia per il tempo andato. Il suo girovagare sembra non arrestarsi fino a quando non riuscirà a trovare la giusta collocazione. Durante il suo volo e le sue tappe Andrea incontra, tra gli altri, due personaggi a lui sconosciuti scoprendo, successivamente, di essere due dei protagonisti della lotta alla Setta Angelica. Infatti l’ultima parte del libro è dedicata alla vera storia della setta angelica, che gli è valso una menzione dello scrittore Camilleri, raccontata da due protagonisti come Rosalia e Matteo. La storia è ambientata tra l’ottocento ed il novecento e racconta degli incontri sessuali segreti tra i preti e le donne del Borgo all’interno delle sacrestie, essi convincevano le giovani donne ad avere l’amplesso perché donando la loro verginità a Dio gli avrebbe assicurato il Paradiso. La prima a raccontare è Rosalia ingravidata da un capo-prete della setta, costretta ad abortire riuscirà, attraverso una statua di S. Francesco, a dispensare miracoli a nome del santo diventando sua mediatrice. Approfitta di questa posizione favorevole per denunciare i preti con cui ha avuto i rapporti sessuali riuscendo a sollecitare il senso di colpa delle donne coinvolte, affinché parlino. Il rimorso porterà molte donne a suicidarsi e molti incominciarono ad aprire gli occhi, Rosalia fu arrestata per le sue accuse e morì “dimenticata” nelle carceri di Termini Imerese. A sua volta incomincia il racconto Matteo, giovane giornalista del giornale socialista ed anticlericale “La Battaglia” che porta a conoscenza dell’opinione pubblica dell’esistenza della setta, fa i nomi dei preti coinvolti, evidenzia l’indifferenza del vescovo di Cefalù, spiega come avvengono gli incontri. Quando le notizie giungono oltre i confini incomincia una persecuzione, grazie ai potenti amici del clero, nei suoi confronti, del giornale e degli altri collaboratori e alla fine sarà costretto a fuggire in America, il prete, che intanto era stato arrestato per le accuse ricevute, ritornerà dopo breve tempo in parrocchia festeggiato dai fedeli. Il Vescovo per tutto il gran parlare della setta e dei suoi componenti stabilisce nuove regole per la confessione alle donne ma è una misura temporanea e soprattutto inefficace, alla fine dopo la sospensione di alcuni preti la setta riprenderà la sua attività anche se alcune donne, per sfuggire alle provocazioni e tentazioni, incominciano a praticare la confessione collettiva. Tra tentativi di sospensioni de preti e riprese varie si arrivò alla metà del 900, un intervento più consapevole dei vescovi che si succedettero, la morte di preti coinvolti, la mentalità dei fedeli cambiata fece il resto.
di Alfono Oliva