Nasce a Pagani (SA) l’ 8 ottobre 1935: è il primo di sette figli. Il papà Giovanni è operaio specializzato delle industrie del legno, la mamma Anna (Nina) casalinga. L’infanzia è segnata dalla guerra e dall’esperienza vissuta nel “campo profughi” di Via della Repubblica – Pagani, insieme alla mamma e ai fratelli più piccoli. Subito dopo la fine della guerra, insieme agli zii, inizia a lavorare come garzone nelle industrie del legno dell’Agro nocerino-sarnese. Si iscrive al gruppo dei Boy Scout dell’Associazione Cattolica S.Alfonso Maria dei Liguori di Pagani, maturando una lunga esperienza nel campo dell’associativismo. Nel settembre del 1960 si sposa con Filomena (donna dal carattere forte ed intransigente) ed emigra in Germania a Monaco di Baviera. A giugno del 1961 nasce il primo figlio Giovanni (il secondo, Pasquale, nascerà nel dicembre del 1965). Ritorna a lavorare in Italia alla fine del 1962 con la qualifica di attrezzista meccanico presso l’industria del legno Giuseppe Di Florio di Nocera Inferiore.
Nell’azienda Di Florio inizia subito la sua esperienza sindacale iscrivendosi alla CISL. Nel 1965 entra a far parte della Commissione Interna e successivamente viene eletto Segretario, fino al 1970. In seguito viene eletto Segretario del Consiglio di Fabbrica fino alla fine del 1972. In quegli anni conosce Galante Oliva (amico fraterno), Lorenzo Guarnaccia e Angelo Verrillo, tre dirigenti della CGIL salernitana e insieme a loro sindacalizza le più grandi aziende dell’Agro nocerino-sarnese. Insieme a Guarnaccia sindacalizza gli operai dei cantieri della FATME, del Mercato Ortofrutticolo e dell’Ospedale, tutti localizzati nella città con la “destra” più forte della Campania: Pagani, la SUA città.
In quegli anni sente il bisogno di crescere, scoprire nuove cose, accettare nuove sfide. La sua vita non puo’ fermarsi al recinto dell’azienda: da vecchio ciclista (come lo definì all’indomani della sua morte l’amico Lorenzo) vuole correre, scoprire dove lo avrebbe condotto quella strada. Con gli operai si incontra nelle fabbriche, nei cantieri, a volte durante la pausa pranzo, a volte alla fine del turno, oppure nella sede della CISL di Nocera, quella storica del Corso Vittorio Emanuele nel palazzo Buoninconti, dove conclude le giornate giocando a carte con i suoi amici Ciccio, Gerardo, Pasquale (detto il musicante), Carmine… Alla fine del 1972 decide di lasciare la fabbrica e di dedicarsi a tempo pieno alla CISL e dopo pochi mesi diviene Segretario Provinciale delle Costruzioni FILCA-CISL. Nel 1974 frequenta il Centro Studi di Firenze, conseguendo la relativa abilitazione all’esercizio della professione. Pietro Passamano, “l’autodidatta dei diritti” In questo periodo Giorgio Gentili, Segretario Generale della CISL di Salerno, ha grande considerazione di Pietro e lo indica a Pino Acocella (attuale vice-presidente del CNEL) come appartenente a quella “razza” di militanti e sindacalisti che caratterizzano la CISL nel profondo. Dice di lui: “Pietro è uno di quei “cislini” profondamente convinto del ruolo decisivo dei sindacati nei regimi democratici”.
In quegli anni porta avanti numerose battaglie per lo sviluppo della provincia di Salerno: la costruzione della nuova sede dell’Università degli Studi di Salerno nella Valle dell’Irno, la realizzazione di importante infrastrutture, la completa realizzazione del Porto di Salerno, dell’ospedale San Leonardo e la realizzazione del nuovo Italcementi, sindacalizzando cantieri edili da Scafati a Sapri. Nella seconda metà degli anni ’70 diventa punto di riferimento della FILCA CISL della regione Campania. In quegli anni conosce Pietro Cerrito (attuale Segretario Generale della CISL Campania) e insieme conducono numerose battaglie contro la camorra che spadroneggia nei cantieri edili della Campania. Dal 1976, per due mandati, è vice-presidente della Cassa Edile Salernitana. Il 29 giugno 1984 succede a Gerardo Giordano alla Segreteria Generale della UST CISL comprensorio di Salerno, Valle dell’Irno, Costiera Amalfitana e Pontecagnano (dopo la decisione di dividere la provincia in tre comprensori dopo il terremoto del 23 novembre 1980). Regge questo incarico in momenti molto drammatici: bisogna gestire la fase post-terremoto, ricostruire le città danneggiate dal sisma dell’ 80 e contrastare anche in maniera aspra lo smantellamento delle aree industriali salernitane, con le aziende pronte a trasferirsi in altre provincie, in primis quella di Avellino. In questi anni si scontra in più circostanze con i parlamentari salernitani che fanno riferimento all’On. Ciriaco De Mita, avellinese Segretario nazionale della DC e Presidente del Governo nazionale.
Ad aprile del 1993 viene eletto Segretario Generale della CISL provincia di Salerno, incarico ricoperto fino al 24 novembre del 1996. A gennaio del 1995 è colpito da una grave lutto: viene a mancare la moglie Filomena dopo una lunga malattia. Per soffocare il dolore (come scrive nell’introduzione della sua terza pubblicazione “Il sindacato nella società che cambia”) e per far tacere il desiderio così forte di lei, si tuffa nell’unico impegno della sua vita, il sindacato.
In questi anni è tra i primi a parlare in provincia di Salerno dei patti territoriali partendo dal Cilento per essere poi ascoltato nel “suo” Agro nocerino-sarnese, dove spesso paga prezzi di sofferenza e di incomprensione (come scrive Antonio Manzo su “Il Mattino” del 31 marzo 2003). Per la CISL non è mai stanco, riesce a lavorare sedici ore al giorno, senza fermarsi mai. Durante la vertenza dell’azienda IDAF di Fisciano (con più di quattrocento lavoratori, entrata in crisi con lo scandalo delle “lenzuola d’oro” che coinvolge le Ferrovie dello Stato), trascorre le feste di Natale con i lavoratori a presidiare l’azienda.
E’ componente del Consiglio Nazionale della CISL Confederale. Nel 1994 si iscrive all’albo dei Giornalisti Pubblicisti. E’ autore di tre pubblicazioni: “Il Sindacato dell’Autonomia, della Progettualità e dello Sviluppo” 1990, “Sindacato Confederale” 1993 e “Il Sindacato nella società che cambia”, con cui nel 1995 vince il premio giornalistico di Oliveto Citra denominato “Il Sele d’Oro”. Completata l’esperienza sindacale, la Segreteria Regionale della CISL Campania guidata da Pietro Cerrito decide di designarlo alla Presidenza del Comitato Regionale dell’INPS per la Campania, incarico ricoperto per circa sei anni. Con tanta sensibilità affronta le problematiche legate alla previdenza ed ai diritti dei lavoratori, dopo essersi tanto battuto per affermare il riscatto delle categorie più umili e indifese. Nel dicembre del ’98 si risposa con la professoressa Angela Aliberti. Il 1° maggio del 2002 viene insignito con Decreto del Presidente della Repubblica della “Stella al merito del Lavoro” acquisendo il titolo di Maestro del lavoro. Questa onorificenza lo riempie di gioia ed orgoglio per essere entrato a far parte del “Magistero del lavoro” (insieme al suo amico Eugenio Cicalese), espressione alta di civiltà che illumina la strada del progresso. Pietro muore nella notte tra il 29 e il 30 marzo del 2003. La partecipazione al suo funerale non è solo degli amici del sindacato, ma dei politici (di tutti gli schieramenti), dei rappresentati istituzionali (Alfonso Andria presidente della Provincia di Salerno gli dedica un manifesto, il sindaco di Pagani invia il gonfalone della città), e di tanti lavoratori e pensionati che dimostrano quanto fosse radicata la sua figura di persona impegnata per il riscatto e l’emancipazione dei più deboli. Appena due anni dopo la sua morte l’Amministrazione Comunale di Nocera Inferiore guidata del Sindaco Antonio Romano, dedica a Pietro una struttura pubblica, il Parco Giochi “Pietro Passamano”