Gio. Set 12th, 2024

Disincanto

“ I nuovi deboli”: è questo il tema cruciale, e non rinviabile, che deve affrontare tutta la classe dirigente del nostro Paese e non solo il PD, perché i deboli di un anno fa non sono quelli di oggi.

La vicenda del partito democratico, con le avvenute dimissioni di Zingaretti, ha dato la chiara visione di ciò che è diventato il nostro Paese: una barzelletta, politicamente parlando.

Di Mimmo Oliva

In un Paese serio non sarebbe stato possibile l’uscita di un clown come Grillo sulle vicende interne ad un altro partito, non sarebbe stato possibile vedere quattro ragazzotti che giocano a fare i fighetti con quattro sacchi a pelo esposti a mo’ di tv e stampa e non si capisce a quale titolo, sì parlo di loro, delle sardine. Brutte scene della politica di oggi, probabilmente dell’Italia di oggi.

Poi compare Letta, non so se in maniera inaspettata o meno, ma il primo pensiero che mi è venuto in mente è che sia stato l’ennesimo “frutto” di Renzi, il quale distrugge per far rinascere.

-l’ex segretario del PD Nicola Zingaretti

Poi l’ho ascoltato. Ha fatto un’analisi che mi è sembrata nei tempi contemporanei, con il tirarsi dentro temi con grande forza, vedi per esempio ius soli e la condizione dei giovani ma soprattutto la volontà di individuare i “nuovi deboli” che è e sarà una delle sfide più grandi di questa nostra epoca. E’ quest’ultimo il tema cruciale e non rinviabile che deve affrontare tutta la classe dirigente del nostro Paese e non solo il PD, perché i deboli di un anno fa non sono quelli di oggi.

-Il nuovo segretario del PD Enrico Letta (foto ilmessagero.it)-

Pongo qui solo una domanda a cui cercheremo di rispondere prossimamente: i “senza reddito” di un anno fa che ad oggi sono percettori di una serie di agevolazioni (RdC, Rem, bonus, etc), sono più poveri di chi da un anno a questa parte non lavora e non produce reddito? Non è stare da una parte piuttosto che dall’altra, come ovvio. E’ prendere solo atto xhe stanno asfaltando il ceto medio che da sempre è la spina dorsale di questo Paese.

Quello che però mi ha colpito molto è stato questo suo disincanto nell’affrontare le tempeste che attraversano da sempre quel partito, mi è sembrato dire che lui ce la metterà tutta, i temi su cui lavorare ci sono tutti, i valori di quella parte della politica li metterà in campo, se lo faranno lavorare bene, altrimenti arrivederci e grazie. Mi è sembrato molto in pace con sé stesso, questo è quello che mi ha colpito in maniera particolare.

Il disincanto, questo ci è rimasto.

Mimmo Oliva
Direttore editoriale Polis SA Edizioni

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