Gio. Set 12th, 2024

Covid 19 e presunti “disservizi” per gli over 80

Il processo di immunizzazione è ancora molto lungo, stando ai dati che giungono dalla cabina di regia italiana e/o della sanità regionale.

A Mercato S. Severino alcuni 80enni ancora in attesa di essere convocati per il vaccino

A MERCATO S. SEVERINO ALCUNI 80ENNI SONO ANCORA IN ATTESA DI ESSERE CONVOCATI PER IL VACCINO

A causa dei  noti fatti che stanno interessando il mondo farmaceutico e sanitario, riguardo le dosi dei vaccini anti Covid-19, si registrano ripercussioni “in negativo” anche nel territorio di Mercato S. Severino – e della Valle Irno.

La questione riguarda da vicino – in particolare – gli anziani oltre gli 80 anni del comprensorio sanseverinese. Alcuni nonnini “over 80” di Mercato S. Severino, stanno infatti attendendo con ansia e – comprensibile – “agitazione” il loro turno per essere vaccinati contro il temibile Coronavirus.

Alcuni ultraottantenni della Valle Irno – infatti – si sono registrati e/o hanno demandato l’accesso all’apposita piattaforma della Regione Campania a figli, parenti, volontari, medici di base “esperti” di nuove tecnologie (o si sono rivolti a sportelli “dedicati” per agevolare la compilazione digitale – al Comune di S. Severino dove è stato istituito , a febbraio, un help service cui afferire per eventuali difficoltà nella compilazione della modulistica on line – da parte degli anziani) da oltre un mese.

La piattaforma è stata resa nota nelle ultime settimane di gennaio. Però  moltissimi utenti con più di 80 anni ancora devono essere convocati;  le loro famiglie si domandano, giustamente, con quale criterio i responsabili sanitari – sembra sia un servizio gestito dalle Asl locali – chiamano gli utenti che hanno prenotato.

Non per tutti è così, però succede. È un problema che accomuna molti pazienti ultraottantenni: la categoria più a rischio e, peraltro, la prima fascia di popolazione da vaccinare – almeno stando a quanto concordato dal Sistema Sanitario Nazionale , dopo i pareri e le direttive del Comitato Tecnico Scientifico o dei tantissimi esperti che – quotidianamente – appaiono in tv, oppure discutono dalle colonne degli organi d’informazione o dei rotocalchi e/o sui social per fornirci le indicazioni cui la Nazione deve attenersi.

Nelle ultime ore anche per il colosso anglo-svedese AstraZeneca si sta sollevando un polverone mediatico il prodotto sarebbe “reo” di causare morti anche in soggetti di età media (il famigerato lotto Abv2856 prontamente bloccato, ritirato – in via precauzionale, almeno per adesso – dal mercato, ma inoculato anche a Salerno e nell’ Agro per gli insegnanti e non.

Non si sa da che parte stare. Il processo di immunizzazione è ancora molto lungo, stando ai dati che giungono dalla cabina di regia italiana e/o della sanità regionale.

I numeri, i dati, parlano chiaro: in tutta Italia le vaccinazioni, o meglio, i cittadini vaccinati sono (aggiornandoci al 13 marzo 2021) quasi due milioni. Per entrambe le dosi.

Due milioni di pazienti (appena il 3,27% della popolazione) convocati per effettuare l’iniezione. “Ben” quattro milioni e mezzo di persone, invece, sono ancora al primo “appuntamento” con i ritrovati farmaceutici. Ossia il 7,68% degli utenti risiedenti in Italia – nel complesso. L’iniezione è, ricordiamolo, volontaria – allo stato attuale. Comunque vaccinarsi è un “obbligo” morale, almeno per le categorie soggette a più “rischi” (ancora tutti da valutare): il personale sanitario e parasanitario (tra cui vi sono non pochi “obiettori” o “No vax”); gli anziani con patologie pregresse; gli immunodepressi; i pazienti oncologici eccetera.

Adesso la possibilità di effettuare il vaccino in modalità… “urgente” – senza dover essere medici, infermieri e anziani “fragili” (spesso ospiti delle note Rsa; ovvero in quelli che una volta erano denominati “ospizi”) – sta coinvolgendo tanti altre categorie. Ad esempio per i docenti e non  in ambito scolastico  si è aperta (dal 22 febbraio o giù di lì) una “corsia preferenziale” (diciamo così) di vaccinazione in quanto i contagi nelle scuole sono balzati in avanti, a causa della seconda e/o terza ondata di virulenza del famigerato Covid-19 con le sue “famose” quanto rarissime varianti (inglese, soprattutto, che è la più pervasiva e contagiosa, poi brasiliana e sudafricana; ).

Si è valutato di far iscrivere avvocati e dipendenti pubblici. Come succede per i giornalisti della Campania, a favore dei quali è stato diffuso il link per aderire alla prenotazione. Pure chi scrive è stata invitata a prenotare la vaccinazione.

Parlando dei vaccini disponibili in questa metà mese di marzo, osserviamo che la maggior parte (come accennato sopra) prevede richiami – dopo circa tre settimane; il nuovo farmaco della Johnson & Johnson (sotto la lente dell’Ema e dell’Aifa – note e competenti agenzie preposte alla salute pubblica, italiana e mondiale) invece, pare sia protocollato per un’unica dose. Almeno è ciò che emerge dalle notizie che, ogni giorno, si susseguono tramite i media e vengono veicolate al pubblico.

Tornando a noi, e alla questione sanseverinese probabilmente il fatto che non tutti gli anziani in… “prima fascia” siano ancora stati convocati (però altri lo sono stati, ribadiamo – sebbene in modalità “random”) potrebbe essere stato causato da un problema di scorte. Il malumore, però, serpeggia tra gli utenti.

Anche quelli… “della rete” – ovvero i parenti “cybernauti” dei suddetti anziani. È evidente, infatti, sui siti del tipo: “Sei di S. Severino se…” ed altri network di tal genere, che molti si sono registrati ai primi di febbraio e non hanno ricevuto comunicazioni dalle Asl di competenza. Tanti i commenti, tra persone – di età avanzata – che hanno ricevuto almeno la prima dose e  da persone ancora da convocare.

Un 92enne di Mercato S. Severino si è prenotato (sembra, nella seconda metà di gennaio 2021) ed è stato vaccinato. Il primo a S. Severino, in data 13 febbraio ultimo scorso. Il pensionato è stato vaccinato presso l’ospedale “Ruggi d’Aragona” – meglio conosciuto come “S. Leonardo” – a Salerno. Pare, tuttavia, che alcuni Sanseverinesi saranno – è stato detto da parte di alcuni medici di famiglia – sottoposti a campagna vaccinale presso l’hub, i comparti, i padiglioni del “Palairno” – una nuova sede in  Baronissi. Una struttura moderna ed efficiente – adattata (per l’occasione) a Covid center.

Per il momento gli over 80 attendono, quindi. Più o meno pazientemente – come emerge da “Sei di S. Severino se…” e da ulteriori siti o portali web. Il paradosso, anzi uno dei paradossi, è che si stanno attivando le prenotazioni per gli over 70.

Ciò sebbene gli 80enni stiano, lo ripetiamo nuovamente, in stand by. Nell’attesa della chiamata da parte di “chi di dovere”, dall’Asl. Tra preoccupazione e incertezza. Dopo medici, infermieri, forze dell’ordine, tanti volontari della Croce Rossa e/o di enti benefici od Onlus cui è stato inoculato il farmaco, adesso tocca anche (lo abbiamo già ampiamente accennato sopra) a cronisti e ad insegnanti.

Ma andrebbero inclusi altri dipendenti e/o impiegati – privati e anche nel pubblico: è “il grido di dolore” – diciamo così – anche di coloro che prestano servizio nei supermarket. Costoro si prodigano per la clientela e sono ad alto rischio.

Ritornando al nostro discorso, dai social giungono lamentele anche da parte di pazienti immunodepressi (pazienti oncologici, cardiopatici; utenti con patologie gravi o pregresse),  che attendono.

Per gli insegnanti e gli amministrativi non docenti (non tutti ancora, ma gran parte – anche i responsabili del I circolo didattico di S. Severino si sono recati al centro Covid di Baronissi), sembra, il lasso di tempo tra registrazione e convocazione è stato abbastanza breve. Una docente si è inserita, in graduatoria, il 22 febbraio ed ha ricevuto il vaccino alle 12.30 di sabato 13 marzo. Gode, attualmente, di buona salute – ma molte colleghe, dice, hanno rinunciato. La stessa insegnante ci ha confidato che suoi parenti di 80 e 90 anni non sono stati chiamati.

Questo tra S. Severino, la cittadina di Bracigliano e altre zone del comprensorio. A Nocera, invece, gli anziani sono stati già convocati – dicono alcune nostre fonti. Sempre riguardo ai prof, alcuni insegnanti hanno dichiarato di aver avuto effetti collaterali come nausea, stanchezza, malessere e debolezza – in conseguenza delle prime dosi.

Parliamo infine della possibilità – ventilata a Mercato S. Severino – di allocare un centro vaccinazioni nella palestra delle scuole primarie (II circolo didattico) in località (frazione) S. Vincenzo.

Secondo quanto riportato da social media locali, infatti, sta montando in questi giorni la protesta – da parte delle famiglie, dei genitori degli alunni che frequentano (sebbene attualmente gli scolari stiano a casa) la scuola di S. Vincenzo .

A chiare lettere le mamme dicono solennemente “No” alla proposta di istituire l’hub per iniettare i vaccini proprio nei locali scolastici. “La volontà è quella di revocare questa iniziativa – si legge – perché in opposizione alla gestione delle attività didattiche parallele, collidendo con l’utilizzo degli ingressi dedicati agli alunni e con la disponibilità di tutti i servizi igienici presenti a scuola”.

Gli “attivisti” (definiamoli così) sono intenzionati ad attuare una raccolta firme in merito alla decisione, tanto contestata. Nel frattempo, dalle cronache più recenti affiorano pure le iniziative a cura del cardiologo Carmine Landi – altresì consigliere comunale di Mercato S. Severino – e della collega consigliera Annalucia Grimaldi; per cercare di includere il presidio ospedaliero sanseverinese (il “Gaetano Fucito”) nella “rete” dei centri di vaccinazione. In questi giorni, difatti, i due professionisti hanno indirizzato una richiesta al sindaco di S. Severino (Antonio Somma); al direttore generale dell’Azienda Ospedaliera “Ruggi d’Aragona”, da cui il nosocomio dipende, al direttore del Distretto Sanitario 67 – chiedendo di inserire il “Fucito” nell’ambito della somministrazione vaccinale contro il Coronavirus.

“Sembra singolare, se non incomprensibile – affermano Landi e Grimaldi nella missiva a mezzo Pec – l’esclusione dell’ospedale di S. Severino dalla dinamica vaccinale”. Secondo i due amministratori, il presidio “è provvisto di spazi già disponibili e utilizzabili da subito, per la campagna vaccinale della popolazione. Gli spazi sono idonei soprattutto per i pazienti fragili, i pazienti portatori di handicap e quei pazienti a rischio di possibili complicazioni”.

Anche Carmine Landi ed Annalucia Grimaldi stigmatizzano in negativo la possibilità di creare il Covid center all’interno della palestra scolastica di cui sopra: “Non si garantirebbero – esprimono – i criteri di sicurezza previsti dal Piano Vaccinale”, particolarmente per alcune categorie di utenti.

Per Landi, inoltre, potrebbe andare bene – come centro vaccinale – anche il Centro Sociale. Questa proposta nasce – dice Landi – “In relazione al nuovo decreto, che prevede l’autonomia dei comuni con 20mila abitanti”. Carmine Landi intenderebbe affidare il coordinamento dell’hub alla dottoressa Maria Carmela Montera, responsabile dell’ambulatorio di Allergologia – sempre a S. Severino. “È assurdo – asserisce il cardiologo – che la dottoressa, in questi momenti, sia utilizzata al “Ruggi”. I nostri vecchietti sono così costretti a recarsi lì – chiosa il medico. Non si è fatta attendere la risposta del primo cittadino Somma, che afferma: “La competenza riguardo l’ubicazione dei centri vaccinali spetta alle Asl. Il centro sociale – spiega il sindaco – non è stato ritenuto idoneo per varie ragioni. In primis a causa dei gradoni che rendono l’immobile non strutturato adeguatamente per tali servizi agli utenti. E poi il centro sociale ospita la nuova sede del giudice di pace e alcune classi della scuola “S. Tommaso d’Aquino”; per questi motivi l’Asl non ha ritenuto opportuno usare il centro sociale”.

Di qui la decisione di usare la palestra delle primarie di S. Vincenzo, comunque separata dalle aule dove si svolgono le lezioni. A Baronissi, invece, il già citato “Palairno” è uno dei primi centri vaccinali nella Valle Irno. Inaugurato da pochi giorni. È stato allestito in tempi record, servirà i sei principali comuni dell’Irno afferenti al distretto sanitario numero 67 (S. Severino, Bracigliano, Fisciano, Baronissi, Siano). È pronto ad accogliere un bacino d’utenza dai 16 agli 80 anni. Con due grandi sale di attesa e osservazione – prima e dopo la vaccinazione – e con ben otto box ambulatoriali all’interno. Percorsi di entrati e uscita ad hoc, postazioni informatiche dedicate. A regime, si prevede l’erogazione di circa cento vaccinazioni al giorno.

Confidiamo che tutte le vere o presunte criticità o negatività potranno essere prontamente risolte. E che i vecchietti ultra 80enni possano finalmente accedere alla vaccinazione. “Prima che sia troppo tardi”, dicono alcuni nonnini scherzando. Il popolo del web attende.

Anna Maria Noia

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