Pillole di storia: l’otto marzo
Lo storico Bruno Cartosio in una lettera a “Il Manifesto” del 1 marzo 2006 ricostruisce le origini dell’8 Marzo, Giornata internazionale delle donne.
La data dell’8 marzo risale alla rivendicazione, rivolta dalle donne socialiste statunitensi al loro partito, di una data celebrativa delle lotte delle donne da tenersi nella quarta domenica di febbraio di ogni anno
Di Maria Rosaria Anna Onorato
Lo storico Bruno Cartosio in una lettera a “Il Manifesto” del 1 marzo 2006 ricostruisce le origini dell’8 Marzo, Giornata internazionale delle donne.
“Caro Manifesto, in tutte le costruzioni mitiche ci sono sempre frammenti di realtà storica. E’ questa abilità combinatoria che rende i miti pressoché indistruttibili. Un esempio di costruzione mitica dura a morire è quello dell’incendio nella fabbrica tessile ‘Cotton’ dell’ 8 marzo 1908 a New York in cui morirono 129 operaie, evocato da Mariuccia Ciotta e da Maurizio. La realtà storica che sta sotto al mito è che nella fabbrica di abbigliamento femminile della Triangle Shirtwaist Company, posta negli ultimi tre piani di un edificio di dieci a un passo da Washington Square, a New York, ci fu un incendio (accidentale) il 25 marzo 1911.
Era una fase di agitazioni operaie e i proprietari avevano chiuso a chiave le porte, per impedire che le operaie potessero scendere in sciopero. In seguito all’incendio morirono 146 donne, quasi tutte italiane e ebree esteuropee, in parte bruciate e soffocate e in parte per essersi buttate dalle finestre. Non c’è rapporto tra questi fatti e l’8 marzo, che invece risale alla rivendicazione, rivolta dalle donne socialiste statunitensi al loro partito, di una data celebrativa delle lotte delle donne da tenersi nella quarta domenica di febbraio di ogni anno.”
L’origine dell’otto marzo risale al VII Congresso della II Internazionale Socialista che si tenne a Stoccarda dal 18 al 24 agosto 1907. In quella sede si votò una risoluzione che spinse i partiti socialisti a lottare per l’introduzione del diritto di voto per le donne. In quella stessa sessione Clara Zetkin fu eletta segretaria e la rivista ‘die gleicheit’ (l’uguaglianza) divene organo della internazionale delle donne.
Fino allo scoppio della prima guerra mondiale, la giornata della donna si tenne in vari paesi europei, e continuò ad essere dedicata ai diritti delle donne e al suffragio femminile.
Le celebrazioni furono interrotte in tutti i paesi belligeranti negli anni del primo conflitto mondiale; finche’ l’otto marzo 1917, a san Pietroburgo, in Russia, le donne guidarono una grande manifestazione per chiedere la fine della guerra. Per questo motivo e per fissare un giorno comune a tutti i paesi, nel 1921 la seconda conferenza internazionale delle donne comuniste fissò all’otto marzo la “giornata internazionale dell’operaia”.
Dopo la caduta del fascismo l’UDI (unione donne italiane) prese l’iniziativa di celebrare l’otto marzo 1945, la prima giornata della donna nelle zone dell’Italia libera. L’ otto marzo 1946 vi fu la prima manifestazione nazionale, e fece la sua comparsa la mimosa (che fiorisce tra febbraio e marzo), secondo un’idea di Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei.
Nei primi anni ’50 distribuire la mimosa e leggere ‘noi donne’, il mensile dell’UDI, furono considerati ‘atti che turbavano l’ordine pubblico. Nel frattempo la connotazione politica della festa fu insabbiata soprattutto nel mondo occidentale. Cominciarono a circolare le versioni fantasiose o ‘mitiche’ alle quali si riferisce lo storico Bruno Cartosio nella lettera al ‘manifesto’ del 2006.
Negli anni ’70 la ricorrenza guadagnò importanza. E’ rimasta memorabile la manifestazione dell’otto marzo 1972 che si tenne a Roma, in piazza campo de’ fiori, nella quale le donne si presentarono con cartelli che recavano proclami sulla legalizzazione dell’aborto e sulla liberazione omosessuale. La polizia caricò e disperse le manifestanti.
Il 16 dicembre 1977, con la risoluzione 32/142 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite propose a ogni paese, nel rispetto delle tradizioni storiche e dei costumi locali, di dichiarare un giorno all’anno “giornata delle nazioni unite per i diritti delle donne e per la pace internazionale” (“united nations day for women’s rights and international peace“) e di comunicare la decisione presa al segretario generale. Adottando questa risoluzione, l’assemblea riconobbe il ruolo della donna negli sforzi di pace e riconobbe l’urgenza di porre fine a ogni discriminazione e di aumentare gli appoggi a una piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale del loro paese. La data dell’otto marzo, che già veniva festeggiata in diversi paesi, fu scelta come data ufficiale da molte nazioni
Successivamente l’otto marzo ha subito uno svuotamento progressivo della sua carica ‘politica’ e di rinnovamento, trasformandosi in una festa con regali, cene, serate danzanti e strip maschili.
Per molte e molti rimane vivo il messaggio di ‘pari dignità sociale’ di questa data; in attesa che ‘agenda 2030’ faccia il suo corso e si possa raggiungere l’effettiva parità di genere.
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