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Il Ponentino-N° 4

N°4 del 10/12/2021. Periodico online di informazione di Pegli e del Ponente, allegato a Polis SA Magazine. A cura di PSAM-Redazione Liguria e Circolo Culturale Norberto Sopranzi Pegli

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TERZA PAGINA-Cultura & Spettacolo

“Venture di Thomasino Restàno, uomo in Sestri”: il Secolo dei Genovesi vissuto dal popolo

Un affresco dove con realismo emergono istanze morali, sociale, religiose, economiche, con coinvolgimenti appunto del popolo con i grandi temi e con le sofisticate strategie dei vertici di potere. Il XVI secolo è stato un periodo singolare per la storia di Genova e per le vicende di un Mediterraneo inqueto

di Paolo Lingua

Il secolo precedente s’era chiuso con una impennata destinata a modificare profondamente la politica dell’area europea, alterando equilibri e rapporti di potere. C’è la crescita, a livello mondiale, della Spagna, accanto a un ridimensionamento degli altri Stati del vecchio continente.
E in questa nuova dimensione si inserisce Genova che sin dal secolo precedente s’era collocata strategicamente in Spagna e in Portogallo e questo avveniva mentre declinava il ruolo di Venezia, incastrata nei suoi rapporti con il Mediterraneo orientale alle prese con la crescita impetuosa dell’Impero Ottomano. Genova nel XVI secolo, con la leadership dei Doria, i particolare di Andrea e poi dei suoi discendenti, modifica la Costituzione (a voler usare un termine moderno) stabilizzando l’oligarchia – con forti margini di elasticità e di cooptazione – con il Dogato Biennale e le successive modifiche. Sfrutta l’alleanza proficua con la Spagna, grazie alle sue navi e alla disponibilità finanziaria e va in crescita sino alla metà del secolo successivo.

Andrea Doria

Ma questa è una storia consolidata del “Potere” e il sistema oligarchico, peculiare del Dna dei genovesi. Accanto però alla storia che potremmo definire elitaria ci sono infinite vicende che coinvolgono tutti gli strati sociali ed economici della città e del territorio, con fortune e disgrazie, disastri e successi, però il tutto gestito in una dimensione che, se non è proprio succube, è certamente sottoposta a mille condizionamenti politici e sociali. Quanto, nella realtà, il popolo “medio” o “minuto” partecipa, condiziona e subisce le vicende gestite dai ceti superiori? Non è facile mettere a fuoco una realtà del genere senza rischiare ci cadere nella retorica, nella fantasia o nel facile moralismo. Ci ha provato, con cultura ma anche con un forte respiro umanitario, Giuseppe Spatola con questo libro (che si annuncia come il primo di una trilogia) dal titolo “Venture di Thomasino Restànouomo in Sestri” ( De Ferrari Editore, 2021).

L’autore inserisce nelle vicende del secolo genovese e spagnolo un personaggio realmente esistito e che ha avuto un padre che ha collaborato con Andrea Doria, mentre lui si aggancia a Giannandrea Doria, il suo erede e con ulteriori forti legami con il mondo religioso.

Il protagonista, i suoi figli e si suoi amici e compagni, con tuffi nella memoria per rievocare fatti storici del trentennio precedente (qui siamo attorno al 1570), vivono la loro esperienza dove l’affresco dell’Autore inserisce con abilità eventi di fantasia con importanti fatti storici. Alle spalle c’è un acquarello di Sestri Ponente immaginata nel contesto epocale, ma poi si naviga nel Mediterraneo tra Sicilia e Tabarca, mentre si ripercorrono le paure e i drammi del mondo cristiano alle prese con i famosi pirati barbareschi: BarbarossaDragutOcchialì. Ne esce un forte affresco dove con realismo emergono istanze morali, sociale, religiose, economiche, con coinvolgimenti appunto del popolo con i grandi temi e con le sofisticate strategie dei vertici di potere, balza agli occhi, nel rispetto della storia, sia pure accanto a ricostruzioni fantasiose, il ritratto d’una realtà molto complessa mentre sullo sfondo si delinea una Genova a modo suo sempre protagonista, originale e “diversa” rispetto a molti standard delle realtà contemporanee. Il Secolo dei Genovesi, in tutti i sensi, non è retorica

Paolo Lingua
Giornalista e scrittore saggista di Genova, laureato in giurisprudenza, master in scienze sociali, dal 2005 direttore di Telenord


La passione di Giuseppe per la storia ha fatto maturare questo primo romanzo di una trilogia che coinvolge molti paesi del Mediterraneo.
Scorrevole ed attraente, la sua penna ci tocca in modo particolare quando affronta la politica delle grandi famiglie genovesi ed ancora di più quando narra la vita di Sestri Ponente, di cui è cittadino il protagonista dell’ intero racconto Thomasino Restàno, Pegli Tabarca.


Antonio Marani
Coordinatore di Redazione Liguria/Polis SA Magazine-Circolo Culturale Norberto Sopranzi Pegli

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9 thoughts on “Il Ponentino-N° 4

  1. Molto interessante. Spazia tra gli argomenti più disparati. È un riferimento costante e per i pegliesi e non.

  2. Bellissima poesia ” Pegli per me”…traspare tutto l amore verso questa perla del Ponente che abbiamo la fortuna di abitare…preserviamola!!

  3. Ciao Marco, trovo il periodico davvero interessante, ricco d’informazioni, spunti, riflessioni e curiosità. L’angolo della musica, della poesia, del cibo, dei racconti, sono ottimamente incastonati alle notizie del territorio e agli appuntamenti culturali locali. Ottimo il tuo articolo sulle ditte e imprese liguri delocalizzate e sui ritardi infrastrutturali che hanno provocato un depauperamento per l’intera collettività. Il periodico è un fiore all’occhiello che mancava nella nostra Liguria. Grande Marco, un abbraccio e un vivido grazie!

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